Politica estera

L'ipotesi di un "test" sulle difese degli Usa. O una provocazione per sabotare il vertice

Non esclusa l'azione spionistica: la tecnologia rende le "mongolfiere" più versatili dei satelliti. I precedenti della Guerra Fredda con Mosca

L'ipotesi di un "test" sulle difese degli Usa. O una provocazione per sabotare il vertice

Una mongolfiera per rivelazioni meteo clamorosamente fuori rotta, un'aperta provocazione per far saltare il previsto incontro tra il segretario di Stato Antony Blinken e il Presidente Xi Jinping o, più banalmente, una spregiudicata incursione sopra le basi missilistiche del Montana. La verità non la sapremo mai. Difficile però credere alla storiella cinese secondo cui il pallone, penetrato in territorio americano dopo aver attraversato il Pacifico e sorvolato le isole Aleutine e il Canada, abbia volato per oltre 11mila chilometri soltanto per scoprire che tempo fa nell'America Settentrionale. E ancor più improbabile, se si trattava di un volo fuori controllo o su coordinate errate, che nessuno a Pechino si sia sognato di richiamarlo alla base o avvertire Washington. Vista l'improbabilità delle spiegazioni cinesi le uniche ipotesi con un approssimativo grado di realismo restano quella della provocazione e dello spionaggio aereo. Ipotesi prese per buone anche dalla Segreteria di Stato che ieri ha deciso il rinvio della visita di Blinken. Anche in questo campo i retro-pensieri non mancano.

L'intrusione cinese, secondo alcune teorie fa intendere che Pechino potrebbe non solo di riprendersi Formosa, ma anche rispondere ad eventuali reazioni colpendo Washington sul suo stesso territorio. L'idea non sarebbe neppure troppo nuova. I giapponesi furono i primi - durante la Seconda Guerra Mondiale - ad usare i palloni aerostatici per sganciare sull'America ordigni incendiari. Secondo scenari più cervellotici e complottisti Pechino avrebbe messo gli americani nella condizione di cancellare la visita di Blinken. L'incontro, del resto, non preludeva a nulla di buono. Sul delicato fronte di Formosa Xi Jinping non può certo far concessioni. Su quello economico Pechino è consapevole di non poter ottenere nulla di definitivo finché la Casa Bianca dovrà far i conti con l'opposizione repubblicana alla Camera. Mentre sul tema caldo della guerra in Ucraina Xi Jinping non può permettere a Washington di dettargli le condizioni del suo rapporto con Mosca.

Il rinvio della visita di Blinken e i suoi risvolti politici non possono però far escludere l'ipotesi di un'intrusione squisitamente spionistica. I palloni aerostatici venivano già usati da Mosca e Washington per controllare i rispettivi territori durante gli anni della Guerra Fredda. Il miglioramento delle tecnologie di monitoraggio del territorio e di manovra a distanza delle mongolfiere potrebbero aver spinto i cinesi a riscoprire le vecchie abitudini. Le nuove tecnologie oltre a consentire la costruzione di apparati d'osservazione molto più leggeri garantiscono sorveglianza e rilevamenti molto più precisi. I palloni volando ad una quota compresa tra i 24mila e i 37mila metri - a fronte dei 600 mila circa di un satellite-spia - consentono di visionare con molta più tranquillità piccole porzioni di territorio scegliendo esattamente quella di maggior interesse. Le nuove mongolfiere permettono, inoltre, di evitare le problematiche dei satelliti che orbitando ad altezze superiori sono costretti a sorvegliare uno spicchio molto più ampio di territorio e richiedono manovre complesse per cambiare il raggio d'osservazione. La mongolfiera - grazie a nuove tecniche di controllo a distanza - può oggi volare intorno all'obbiettivo da osservare trasmettendone foto e immagini con prospettive e angolazioni diverse.

Ma dietro la provocazione potrebbe nascondersi anche il tentativo, più banale, di scoprire quanto efficienti siano le difese aeree statunitensi. Il confine canadese dista circa novecento chilometri da quello Stato del Montana dove è avvenuto il primo avvistamento ufficiale. Su questa base si potrebbe azzardare che le difese americane abbiano fatto cilecca. Ma non bisogna dimenticare che spionaggio e controspionaggio prevedono sia l'osservazione delle mosse nemiche sia il tentativo di fargli intendere l'opposto di quanto avviene nella realtà.

Quindi la decisione di non abbattere il pallone, studiarne la rotta e sfruttarne le implicazioni politiche potrebbe essere soltanto l'opzione più favorevole scelta da Washington.

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