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L'ira dei 5s milanesi per la liaison tra Sala e Grillo

I grillini stoppano una convergenza per il bis del sindaco. Acque agitate pure nel Pd

L'ira dei 5s milanesi per la liaison tra Sala e Grillo

La rimpatriata in spiaggia tra Beppe Sala e Beppe Grillo ha guastato le ferie a grillini e dem. «Pronto per la notte di San Lorenzo» aveva scritto la sera del 10 agosto il sindaco di Milano su Instagram sotto la foto di un tramonto in riva al mare. Era già a Marina di Bibbona, dove ha trascorso la notte ospite del fondatore del Movimento 5 Stelle e signora a «Villa Corallina», nel livornese, e il giorno dopo i due Beppe sono stati avvistati sulle sdraio della spiaggia pubblica, chiacchierata fitta prima di raggiungere le compagne in casa per il pranzo. Difficile - anzi impossibile - che non abbiano parlato di politica come ha provato a sostenere Sala con chi lo ha sentito. E la liason sempre più stretta tra il sindaco del centrosinistra (senza tessera) e il comico, quasi alla vigilia del voto sulla piattaforma Rousseau che potrebbe benedire gli accordi Pd-M5s alle prossime amministrative, assume un peso particolare. Sala non ha ancora sciolto le riserve sul bis e la sua popolarità è in calo dopo una serie di uscite maldestre in piena emergenza Covid. Un patto col Movimento al primo turno (o la garanzia di un avversario debole, non certo con la popolarità e il seguito del sottosegretario Stefano Buffagni) potrebbe essere la spinta a tentare la ricandidatura nel 2021. Ma a livello locale la sintonia tra i Beppe ha suscitato forti malumori. Boccia un'ipotesi di accordo sotto la Madonnina il capogruppo M5s Gianluca Corrado che nel 2016 scese in campo contro Sala: «Non sarebbe la cosa giusta. Siamo una democrazia diretta, se chi ha la responsabilità di decidere riterrà diversamente, l'ultima parola dovranno comunque averla gli iscritti con Rousseau». Ma il Movimento secondo Corrado «dovrebbe dare la propria visione di Milano, non è giusto ipotizzare alleanze con chi abbiamo contrastato fino a ieri. E non sarebbe utile né a noi né al Pd andare uniti al primo turno. Sala deve provare a vincere con le proprie forze». I grillini in aula a Palazzo Marino sono due e sulla stessa onda: «Concordo e sono i territori a decidere, qualora ci fosse questa proposta passerà sicuramente dalla piattaforma» frena anche la consigliera Patrizia Bedori. Stesso entusiasmo in casa Pd. Il capogruppo milanese Filippo Barberis ricambia la cortesia: «A Milano la coalizione uscente, allargata a forze come Italia Viva, Azione e Più Europa, deve avere e ha la forza di presentarsi autonoma agli elettori rivendicando con coerenza quanto fatto e rilanciando sui prossimi 5 anni. Con M5s abbiamo sempre dialogato ma non ci sono le condizioni per un'alleanza organica». Dietro le quinte c'è chi ammette che si potrebbe andare divisi al primo turno, concentrando l'artiglieria pesante sul candidato di Lega-Fi-Fdi e scongiurando un exploit del centrodestra, e firmare il patto al ballottaggio garantendo posti in giunta a esponenti M5S. Lo stesso giochino del 2016 con i Radicali, anche se in quel caso basto l'1% dei voti per portare a casa un assessorato. Altri scommettono che Sala rinuncerà al secondo mandato e l'amicizia con Grillo potrebbe garantirgli una exit strategy nazionale. «Sala va a baciare la pantofola a Grillo in cerca di sostegni per la sua ricandidatura milanese o per un nuovo ruolo romano - domanda provocatoriamente l'eurodeputato Fdi Carlo Fidanza -? Quel che è certo è che da quei due non potrà nascere nulla di buono per Milano». Ieri Sala ha fatto tappa a Firenze.

«Grazie per la visita e per la bella chiacchierata! Le nostre città risorgeranno insieme e presto», il commento del sindaco riformista del Pd Dario Nardella.

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