Il premier Mario Draghi non usa mezzi termini per condannare le recenti dichiarazioni di Sergej Lavrov, che ieri sera si è reso protagonista di un'uscita choc nel corso di un'intervista a Zona Bianca su Rete 4. "Zelensky ebreo? Non ha alcun significato. Secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche", ha risposto il ministro degli Esteri russo alla domanda su come sia possibile annunciare la denazificazione da parte di Mosca di un Paese il cui presidente ha origini ebraiche. Le sue parole hanno scatenato una bufera in Italia e hanno costretto Israele a convocare l'ambasciatore russo Tel Aviv per dei chiarimenti.
L'ira di Draghi
Il presidente del Consiglio, intervenuto in conferenza stampa per illustrare il decreto Aiuti, ha commentato le tesi di Lavrov senza usare mezzi termini: "Siamo un paese democratico, la Russia non lo è. La televisione trasmette liberamente queste opinioni. Si parla di intervista ma è stata è stata un comizio. La domanda che ci dobbiamo porre è: si deve accettare di invitare una persona che chiede di essere intervistata senza contraddittorio? Non è granché, non è granché professionalmente, fa venire in mente strane idee, non è granché. Questo Paese permette di esprimere le proprie opinioni liberamente, anche quando sono palesemente false e aberranti". Il premier Draghi ha reputato il passaggio del paragone tra Zelensky e Hitler "osceno".
Al centro delle polemiche è finita anche la modalità pratica dell'intervista andata in onda. Draghi si è interrogato sul fatto di aver invitato una persona che chiede di essere intervistata senza prevedere però contraddittorio: "Si parla di intervista ma è stata è stata un comizio. Non è granchè, non è granchè professionalmente, fa venire in mente strane idee".
Le armi all'Ucraina
Il capo del governo ha riconosciuto la presenza di diverse opinioni in merito agli aiuti all'Ucraina, ma si è espresso in maniera chiarissima: la posizione dell'Italia sulla politica estera, sulla guerra in Ucraina e la lealtà agli alleati "non è in discussione". Quanto all'invio di nuove armi a Kiev, il premier Draghi ha sottolineato che c'è un decreto interministeriale che va in questa direzione. "Non so dire in questo momento di che tipo", ha però aggiunto.
L'incontro con Biden
Martedì 10 maggio Draghi incontrerà alla Casa Bianca, a Washington, il presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden. Un'occasione per discutere delle relazioni bilaterali e riaffermare il legame transatlantico, specialmente alla luce del conflitto militare in corso tra Ucraina e Russia. Il presidente del Consiglio ha reso noto ciò che dirà a Biden: "Nessuno vuole la guerra o un'escalation, ma nessuno vuole abbandonare la pace".
Il premier Draghi sostiene infatti che il traguardo della pace può essere raggiunto solo se l'Ucraina ha le possibilità di difendersi, "altrimenti abbandoniamo il popolo ucraino, bambini, donne, anziani all'occupazione".
Dunque il sostegno della resistenza di Kiev viene considerata l'unica strada percorribile: in caso contrario "avremo una sottomissione, la schiavitù di un paese democratico e sovrano". "Non credo che questo sia quel che vogliamo, non credo sia quello che nessuno vuole in Italia", ha fatto notare Draghi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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