Efficace, sicuro e molto più economico. Dopo il simbolico V-day europeo l'Italia aspetta le altre dosi Pfizer e quelle di Moderna che è in dirittura d'arrivo ma guarda soprattutto al via libera alla profilassi di Astrazeneca. Non soltanto perché una fiala costa meno di 3 euro ma anche perché il nostro paese ha opzionato 40 milioni di dosi dell'antidoto prodotto in collaborazione con l'università di Oxford.
E dalla Gran Bretagna arriva la conferma di un probabile ok entro il 31 dicembre per poi partire con la somministrazione di massa già il 4 gennaio. Ieri Pascal Soriot, amministratore delegato della società farmaceutica, ha ribadito che è stata trovata «la formula vincente» per un vaccino efficace al 95 per cento.
E l'efficacia varrebbe per tutti: la conferma dopo una sperimentazione sulla popolazione over 70 che quindi sgombererebbe il campo dai timori che il vaccino non sarebbe adatto per la popolazione più anziana che è poi quella che ne ha più bisogno.
Il vaccino di Oxford, sviluppato in collaborazione con la Irbm di Pomezia, assicura Soriot, «è in grado di eliminare al 100 per cento i sintomi gravi di Covid19». Si eviterebbero dunque le complicazioni respiratorie che sono poi quelle che portano i contagiati in rianimazione.
«Finora riteniamo che il vaccino sia efficace anche contro la variante inglese del virus, ma non possiamo esserne certi, così condurremo dei test», ha precisato l'ad.
Il vaccino messo a punto da Astrazeneca sfrutta un meccanismo tradizionale utilizzando un virus che causa il raffreddore negli scimpanzè, reso innocuo. Al virus viene agganciata la proteina Spike di Sars Cov2. Una volta iniettato il vaccino, il nostro sistema immunitario riconosce la proteina e impara a debellarla, proteggendosi così da una eventuale infezione.
La profilassi di Oxford resta stabile ad una temperatura molto più gestibile di quella necessaria per il vaccino Pfizer- BioNtech. Può essere stoccato, trasportato e maneggiato tra i 2 e gli 8 gradi centigradi e non a meno 70 come richiesto dal concorrente Pfizer.
AstraZeneca si è impegnata a distribuire l'antidoto al costo di produzione: 2,8 euro a dose. Si tratta di circa un decimo del prezzo di mercato di Moderna e Pfizer. Per questo potrà essere facilmente acquistato e utilizzato nei Paesi più poveri.
Il ritardo nell'arrivo del vaccino è conseguente ad un errore nella somministrazione che ha poi però rivelato che mezza dose seguita da una intera protegge in modo più efficace dal virus.
Dunque dopo essere stato il primo paese occidentale ad aver dato il via alle vaccinazioni con Pfizer- BioNtech all'inizio di dicembre, il Regno Unito partirà in pole position anche con Astrazeneca.
Se le sperimentazioni in atto andranno a buon fine l'Italia potrà contare su 26,92 milioni di dosi per il contratto con Johnson&Johnson; 40,38 milioni di dosi da Sanofi; 30,28 milioni di dosi da CureVac.
Ma tutte queste sperimentazioni procedono molto più a rilento. Dovrebbe invece arrivare forse entro l' estate anche il vaccino tutto italiano di Reithera in collaborazione con lo Spallanzani. Uno dei 65 vaccini in fase clinica che ha completato la fase 1.
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