L'Italia in crisi fa retromarcia. È tornato il vuoto a rendere

Sperimentazione di un anno: da 5 a 30 centesimi per ogni bottiglia di vetro o di plastica restituita

L'Italia in crisi fa retromarcia. È tornato il vuoto a rendere

Roma - Il vuoto non è più a perdere. Da ieri in Italia si sperimenta il Var, vuoto a rendere, ovvero la restituzione della bottiglia, in plastica o vetro, dove è stata acquistata. Una pratica dimenticata da tempo ma che chiunque abbia più di 40 anni sicuramente ricorda. Insomma la nostalgia per gli anni '80 si colora di verde perché l'iniziativa punta soprattutto al riciclo virtuoso dei materiali ed è promossa dal ministero dell'Ambiente. Per ora si tratta di una sperimentazione con precisi paletti che durerà un anno per poi decidere se avviare un riciclo a pieno regime.

Da ieri è entrato in vigore il decreto n. 142/2017 del ministero dell'Ambiente pubblicato il 25 settembre scorso in Gazzetta Ufficiale. Provvedimento con il quale si avvia la sperimentazione del «sistema di restituzione di specifiche tipologie di imballaggi destinati all'uso alimentare».

Per il momento la partecipazione alla sperimentazione è volontaria e riguarda le bottiglie di acqua minerale e di birra servite al pubblico che abbiano un volume compreso tra 0,20 e 1,5 litri. Alla sperimentazione potranno aderire bar, ristoranti, alberghi ed altri punti di ristorazione che apporranno un simbolo all'ingresso del loro esercizio commerciale in modo da rendere evidente la loro adesione. Questi esercenti verranno identificati con un'etichetta verde che li contraddistinguerà come eco friendly, operazione che ha il patrocinio del ministero dell'Ambiente.

Non solo. Tutti i commercianti aderenti entreranno a far parte di un apposito Registro degli Operatori virtuosi, pubblicato sul sito istituzionale del ministero e aggiornato con cadenza mensile.

Saranno distributori e produttori di bevande a informare i commercianti riguardo agli imballaggi riutilizzabili. Le modalità operative per la gestione degli imballaggi vuoti e i tempi di ritiro e restituzione saranno concordati tra gli esercenti e gli altri operatori.

É comunque vietata qualsiasi speculazione sul procedimento e dunque no all'aumento del prezzo d'acquisto delle bibite. I contenitori di volume compreso tra gli 0,20, per i quali saranno necessari, 5 centesimi di cauzione e quelli da 1,5 litri, cauzione da 30 centesimi, potranno quindi essere riutilizzati anche più di 10 volte prima di essere buttati via.

Chi aderisce ha diritto alla restituzione della cauzione versata contestualmente all'acquisto del contenitore riutilizzabile. Ed è il decreto che dispone che la cauzione «in nessun caso comporta un aumento del prezzo di acquisto per il consumatore e rimane invariato in tutte le fasi di commercializzazione della filiera».

Lungo il processo di riciclo sarà necessario passare a bottiglie di vetro e plastica leggermente più spesse rispetto alle attuali per consentire il riutilizzo senza comprometterne la funzionalità o la sicurezza. Ma il recupero permetterà grandi risparmi visto che i contenitori saranno recuperati con un processo di sterilizzazione che richiede il 60 per cento di energia in meno rispetto a quella necessaria alla creazione di un nuovo imballaggio.

Durante l'anno di sperimentazione sarà attivato un sistema di monitoraggio per valutare la fattibilità tecnico-economica e ambientale del provvedimento. L'ipotesi in caso di successo della sperimentazione è quella di allargare ad altri prodotti e soprattutto anche ai supermercati tutto il sistema.

Un modello per il futuro potrebbe essere il sistema tedesco che funziona anche nella grande

distribuzione.

I supermercati raccolgono i vuoti ed i cambio danno al consumatore un buono corrispondente al valore del contenitore reso che potrà essere utilizzabile come sconto per il pagamento della propria spesa alle casse.

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