L'Italia paga l'Albania per dare casa ai rom

Giuseppe De Lorenzo

Quasi mezzo milione di euro. È della cifra investita dall'Italia per costruire casette di un piano a 60 famiglie rom in Albania. Un modo per migliorarne la condizione di vita e - chissà - evitare che i nomadi lascino la penisola balcanica per raggiungere il Belpaese. La notizia è stata rilanciata dalla nostra ambasciata a Tirana e da Mariarita Capirci, co-direttrice del Programma Italo-Albanese di Conversione del Debito (Iadsa), il piano del governo «volto a sostenere iniziative di sviluppo sociale» nel quadro della cancellazione di parte del credito che vantiamo nei confronti dell'Albania.

L'Iadsa è nato nel 2011 e gestisce i 20 milioni di euro (in cinque anni) che il governo Berlusconi destinò al programma (poi rinnovati nel 2016 per altri 20 milioni). Non si tratta di un finanziamento diretto, ma un debito che l'Albania avrebbe dovuto saldare all'Italia e che è stato convertito per favorire l'economia regionale: nella pratica enti o istituzioni pubbliche albanesi pensano un progetto, lo presentano all'Iadsa e se vincono un apposito bando ottengono il denaro. L'importante è che le proposte riguardino l'istruzione, la sanità pubblica e l'inclusione sociale. Ad oggi sono stati approvati progetti per un totale di 20,4 milioni di euro.

Nel 2013 gli enti locali si sono aggiudicati 4,4 milioni di euro, una cifra pari a quella spesa l'anno successivo. Con il terzo concorso nel 2015, invece, se ne sono andati 2,5 milioni di euro, mentre nel 2016 il bando da 3,9 milioni ha dato vita a 11 iniziative avanzate da altrettanti Comuni. Infine, poco meno di un anno fa, Roma ha benedetto e foraggiato altri 15 progetti da 4,8 milioni.

Secondo una relazione redatta da Pier Carlo Padoan, delle 57 proposte approvate fino ad oggi ne sono state portate a termine già 20. Tra queste anche quella ideata dal Comune di Tirana, che è riuscito a farsi co-finanziare con 494.209 euro la costruzione di un centro residenziale per garantire l'integrazione della comunità rom di Shkozë. Gli appartamenti, tutti da un piano, sono stati consegnati cinque giorni fa.

Per ottenere lo stabile le 60 famiglie rom (in totale circa 280 persone) hanno dovuto sottoscrivere un impegno a far studiare i figli, ad assicurargli assistenza sanitaria, a registrare i nuovi nati all'anagrafe e a cercare al più presto un posto di lavoro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica