Roma - «Il mio comportamento sull'immigrazione è inaccettabile? Il governo francese la smetta di insultare e apra i suoi porti, gli italiani hanno già accolto (e speso) anche troppo. Prossimi barconi? Destinazione Marsiglia».
Matteo Salvini affila le armi dialettiche e replica alle critiche della portavoce del governo francese, Sibeth Ndiyaye, intervistata da Bfm-tv sul caso Sea-Watch. La portavoce del governo francese ha definito «il comportamento di Matteo Salvini non accettabile» e l'Italia «non all'altezza» sull'accoglienza dei migranti.
«Bisogna essere rispettosi dei nostri partner e delle autorità italiane perché l'Italia è un grande Paese in Europa, ha una storia comune con la nostra», ha tenuto a puntualizzare Sibeth Ndiaye, aggiungendo: «Considero che l'Italia non sia un Paese indegno ma il comportamento del signor Matteo Salvini non è accettabile, dal mio punto di vista, sulle questioni migratorie». Salvini «gonfia una tema doloroso, complesso e per cui l'Unione europea e la Francia sono stati solidali nei confronti dell'Italia». Due giorni fa Salvini aveva detto che «a oggi una destinazione diversa c'è: il governo francese si è espresso per l'apertura di tutti i porti, manderemo quelle navi in Corsica o a Marsiglia». L'ultima di una lunga serie di stoccate rivolte a Emmanuel Macron e al suo governo.
Sul merito del caso Sea Watch Salvini non ha dubbi. «C'è stato deliberatamente un attacco a una nave militare italiana. Se non basta questo per stare in carcere non so cosa bisogna fare. Io sono per il carcere ma siccome non sono un giudice non decido io. Come ministero dell'Interno siamo già pronti, in caso di scarcerazione, a metterla su un aereo destinazione Berlino».
Sulla questione della nave capitanata da Carola Rackete si confronta anche il Pd e lo fa non senza divisioni e contrasti. La riunione del gruppo dem alla Camera sulle risoluzioni relative all'impegno italiano nel Paese Nordafricano, in particolare alla collaborazione tra guardia costiera italiana e libica, vede emergere posizioni non certo uniformi. Se il responsabile Esteri Enzo Amendola sottolinea la necessità di «mettere in mora il governo sulla Libia» non stracciando gli accordi con le autorità libiche ma svuotando i campi profughi con corridoi umanitari, Matteo Orfini, capofila dei «dissidenti» ribadisce la propria contrarietà alla parte della risoluzione che appoggia gli accordi con la Libia, aggiungendo che sarebbe stata opportuna la presenza di Nicola Zingaretti.
Una
contrarietà agli accordi condivisa anche da Gennaro Migliore. Il tutto mentre Marco Minniti prova a introdurre pillole di realismo dicendo a chiare lettere che «la risposta ai populisti non può essere accogliamoli tutti».
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