La Littizzetto in tv sproloquia pure di economia e s'inventa il tetto di legge sui canoni di affitto

La comica fa demagogia contro i proprietari di immobili. Ma lei ne possiede ventuno

La Littizzetto in tv  sproloquia pure di economia e s'inventa il tetto di legge sui canoni di affitto

Dalle volgarità alle morali economiche. Lucianina Littizzetto usa la tv pubblica come fosse il salotto di casa sua. Dopo aver fatto arrabbiare il Movimento Italiano Genitori con i suoi indecenti doppi sensi su sedani e cetrioli nella puntata di Che tempo che fa del 7 gennaio su RaiUno, ora è Confedilizia a scagliarsi contro «l'economista Littizzetto», come la chiama il presidente Giorgio Spaziani Testa.

Domenica scorsa, infatti, gambine allungate sul tavolo di Fabio Fazio, cambia argomento, dai sacchetti biodegradabili a pagamento agli affitti dei negozi: «A Torino chiudono due negozi al giorno, poi vai a guardare e scopri il perché». E Fazio: «Perché aumentano gli affitti!». «Eh certo continua la prof -, aumentano gli affitti in maniera spropositata. Tu senti questi poveretti che dicono: Ma certo che chiudo, non riesco a pagare affitti così esorbitanti!. Possiamo mettere una regola che stabilisca che c'è un tetto per gli affitti?». Applausi a caso. «Se vai in un locale in centro, paghi 20mila euro di affitto, ma non esiste!».

Il presidente Spaziani Testa si sfoga su Facebook: «Nella tv finanziata dai contribuenti, l'economista Littizzetto spiega confortata dal professor Fazio che i negozi chiudono perché i proprietari dei locali, malvagi, chiedono canoni di locazione esorbitanti. Pronta, però, la soluzione: Mettere una regola che stabilisca che c'è un tetto per gli affitti. Geniale, abbiamo una risorsa del Paese e non la sfruttiamo. P.s. Segnaliamo che il proprietario di un locale commerciale, di quegli affitti esorbitanti, che non può aumentare per 12 anni, riesce a mettere in tasca quando gli va bene il 20 o 30 per cento. Il resto se ne va per pagare 7 tributi (Imu, Tasi, Irpef, addizionale comunale Irpef, addizionale regionale Irpef, imposta di registro, imposta di bollo) e le spese per la manutenzione, senza parlare delle perdite conseguenti al mancato pagamento del canone e ai periodi di sfitto. Ma questo i due economisti hanno dimenticato di dirlo».

A dire il vero si sono dimenticati anche di altro. Ad esempio di quei 20mila euro a puntata (proprio come gli affitti del centro) che la Rai paga dal 2005 alla Littizzetto per 10 minuti di battutine: duemila euro al minuto di soldi pubblici. «Ma non esiste!», per dirla a suo modo. La Littizzetto ritiene «esorbitanti» quegli affitti, ma non prova alcun imbarazzo nell'intascare 700mila euro per i due Festival di Sanremo.

Senza considerare il suo tesoro immobiliare: 21 immobili (14 appartamenti, 6 garage e un deposito), quasi tutti intestati unicamente a lei, la maggioranza in Piemonte, nel paesino natale e a Torino. Forse qualcuno di questi è pure in affitto a qualche commerciante.

Possiamo mettere una regola che stabilisca che ci sia un tetto anche per i soldi pubblici pagati per le bischerate dette dalla Littizzetto?

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