Coronavirus

Il vaccino di Draghi: "Libertà per i richiami con AstraZeneca. Io farò il mix, funziona". È il D-day mascherine.

ll premier prova a fare ordine nella campagna vaccinale. Speranza: "Per gli under 60 eterologa raccomandata". Figliuolo alle Regioni: "Cercate i 2,8 milioni di 60enni che mancano".

Il vaccino di Draghi: "Libertà per i richiami con AstraZeneca. Io farò il mix, funziona". È il D-day mascherine.

«L'eterologa funziona e io stesso la farò: sono già prenotato per martedì». A riportare ordine nella babele della campagna vaccinale è il premier Mario Draghi. Come il deus ex machina della tragedia greca SuperMario cala dall'alto per risolvere situazioni apparentemente senza via d'uscita.

«Indubbiamente è stata fatta confusione negli ultimi giorni, quindi vorrei chiarire alcune cose. -dice il premier- Primo, vaccinarsi è fondamentale: la confusione è su che vaccino è meglio fare, ma sull'importanza della vaccinazione non ci sono dubbi». Ma come recuperare la fiducia dei cittadini compromessa dai troppi cambi di rotta nelle indicazioni sulla profilassi? Come convincere i dubbiosi a sottoporsi al mix vaccinale? Nei calcoli del generale Figliuolo sono almeno 100mila le persone che esitano a sottoporsi al mix, il 10 per cento dei 950mila under 60 vaccinati con Astrazeneca.

E allora Draghi «ci mette la faccia» anzi con una scelta «radicale» il suo stesso corpo, dando l'esempio. Convoca una conferenza stampa, con il ministro della salute Roberto Speranza e il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, annunciando che sta per sottoporsi al richiamo eterologo. Il premier ha 70 anni e dunque per fascia d'età non rientrerebbe nella casistica delle indicazioni perentorie per il mix indirizzate agli under 60 ma spiega che la sua risposta anticorpale dopo Astrazeneca è stata debole. Dunque gli è stato consigliato di sottoporsi al mix per una maggiore protezione. Quindi, afferma Draghi, «l'eterologa funziona per me e, ancor più vero, funziona per quelli che hanno meno di 70 e 60 anni». Anche Speranza ribadisce che per gli esperti il mix «è raccomandato».

Ma c'è anche un altro problema. Molti under 60 sottoposti alla prima dose di Astrazeneca vogliono il richiamo con lo stesso vaccino. Anche in questo caso è imbarazzante per il governo fare marcia indietro rispetto alla decisione di vietare Astrazeneca per il richiamo agli under 60 annunciata appena una settimana fa. Ma Draghi alias Mister Wolf è qui per risolvere problemi. E dato che la cosa peggiore è «non fare la seconda dose», ovvero non completare il ciclo vaccinale restando parzialmente scoperti allora si apre anche al richiamo con il vaccino di Oxford per chi lo vuole. «Se una persona che ha meno di 60 anni e ha fatto la prima dose AstraZeneca e gli viene proposto di fare l'eterologa non vuole farsi quel vaccino, questa persona è libera di fare la seconda dose di AstraZneneca purchè abbia il parere del medico e il consenso informato», spiega Draghi sgomberando la strada della campagna vaccinale da un altro macigno.Sul tavolo anche la spinosa questione delle mascherine per le quali il leader della Lega, Matteo Salvini, gli sta alle costole da settimane. Il premier annuncia che oggi stesso chiederà «il parere del Comitato Tecnico Scientifico» sulla possibilità di togliere la protezione almeno all'aperto. Il premier pretenderà chiarezza dagli esperti: forse non una data precisa ma una indicazione chiara su quali debbano essere le condizioni epidemiologiche, andamento dei contagi e numero dei vaccinati, per decidere di togliere la mascherina all'aperto.

Infine Draghi taglia corto sulla possibile proroga dello stato di emergenza che al momento scadrebbe a fine luglio. Impossibile decidere ora, spiega «non si può decidere lo stato di emergenza con un mese e mezzo di anticipo: un'emergenza è un'emergenza».

Al generale Figliuolo il compito invece di rassicurare sulle dosi disponibili e il buon andamento della campagna anche se il pasticciaccio Astrazeneca è costato caro al momento. Nella settimana che va dal 12 al 18 giugno si è registrato un calo dell'11 per cento nella media delle somministrazioni giornaliere da 582.055 dosi al giorno si è passati a 518.096. Ma il generale conta di recuperare in tempi brevi. La priorità è andare a caccia dei 60/69enni che ancora non hanno ricevuto neppure la prima dose. Una fetta di circa 2,8 milioni di persone considerata a rischio alto se dovesse restare priva di protezione. Ma, assicura il generale, non ci saranno ulteriori rallentamenti: «ci teniamo sul mezzo milione di dosi al giorno». E le dosi per l'eterologa? «Sono già state assicurate per il mese di giugno e a breve lo faremo per luglio.

Parliamo di 990mila cittadini che saranno vaccinati con Pfizer o Moderna», promette Figliuolo che illustra i traguardi raggiunti: 44,6 milioni di dosi inoculate; 15 milioni e 160mila vaccinati, 27% di tutta la platea e 29 milioni di persone che hanno avuto almeno una dose: la metà di tutti gli italiani.

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