La priorità è fermare la circolazione del coronavirus e l'unico modo per farlo è proteggere tutta la popolazione. Alessandro Grimaldi, direttore dell'Unità operativa di malattie infettive dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila e segretario di Anaao assomed Abruzzo, definisce «irrazionale» la paura nei confronti dei vaccini che hanno evitato e continuano ad evitare milioni di morti.
Come convincerebbe un paziente diffidente nei confronti del vaccino?
«Basta fare un raffronto con la situazione che abbiamo vissuto lo scorso anno nel nostro reparto: non avevamo un posto libero in rianimazione. Abbiamo dovuto mettere i malati nella Chiesa dell'ospedale per accogliere tutti i pazienti Covid».
La pressione sul reparto oggi? Esattamente un anno dopo?
«Qualche settimana fa abbiamo avuto un picco conseguente ad un focolaio ma ora la situazione è stabile. In subintensiva ci sono 18 posti letto occupati da pazienti Covid su 24 disponibili. I ricoverati più giovani sono tutti non vaccinati. Se arriva un vaccinato è sempre molto anziano e con altre patologie. Grazie al vaccino stiamo evitando il picco dello scorso anno».
Ma non basta che si sia vaccinato oramai quasi l'80% della popolazione totale?
«Fino a ora è stata lasciata la libertà di scelta ma se non ci vacciniamo tutti il virus continua a circolare. Ricordo che un solo positivo la scorsa estate ha infettato in un pub di Roma 90 persone. Un solo positivo. Dobbiamo fermare la circolazione del virus e anche se mi rendo conto che l'obbligo vaccinale rappresenta un limite alla libertà personale dobbiamo far prevalere il bene comune. E ci sono sentenze della Corte Costituzionale in questo senso. Meglio vaccinarsi che rischiare di essere di nuovo rinchiusi in casa e passare il Natale con i negozi sbarrati».
Molti temono gli effetti collaterali.
«La diffidenza irrazionale verso i vaccini viene da lontano. Qualche anno fa abbiamo avuto ricoverati per encefalite come conseguenza del morbillo. Non vaccinati naturalmente. Le conseguenze del Covid sono certe e molto gravi e di gran lunga superiori a quelle che può avere un vaccino. È stato smentito che il vaccino possa procurare infertilità ma sono invece confermati i gravi danni neurologici del Long Covid».
Quindi obbligo non soltanto per gli operatori sanitari o specifiche categorie?
«Io credo che non possiamo permetterci di andare avanti così per anni con ondate epidemiche che si ripropongono ciclicamente. E l'unico modo per evitarlo è la vaccinazione. Oltre all'obbligo per personale sanitario si può arrivare a misure più drastiche, guardando anche gli altri paesi per evitare conseguenze più gravi
Quindi si dovrebbe ipotizzare un obbligo europeo?
«In tutta Europa si stanno irrigidendo le posizioni per evitare danni sanitari ed economici. L'Austria che sta per introdurre l'obbligo è un paese che vive anche di turismo invernale e rischia danni enormi».
Molti diffidano del vaccino perché dicono sia poco sperimentato
«I vaccini mRna si basano su una tecnologia che risale al 2011. É stato trovato il modo di veicolarli nell'individuo e serviranno a curare anche altre malattie mentre ora a causa del Covid trascuriamo altre patologie. Non dimentichiamo il mezzo milione di interventi rinviato»
La terza dose va anticipata?
«Il vero quesito da verificare sul campo è quanto durerà la protezione della terza dose: se si allungherà oltre ai canonici sei mesi come tutti auspicano. Sicuramente va fatta per evitare una nuova paralisi degli ospedali: non possiamo sostenere un altro inverno come quello scorso»
É necessario vaccinare i bambini?
«Alcuni di loro subiscono pesanti conseguenze da Long Covid.
E se guardiamo a quello che è accaduto in Israele vediamo che il virus ha continuato a circolare tra i più piccoli che hanno fatto da serbatoio delle infezioni, favorendo la circolazione del virus. In Usa la profilassi contro il Covid è già stata somministrata ad oltre un milione di bimbi tra i 5 e gli 11 anni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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