Elezioni Regionali 2018

L'"Ohio-Molise" farà l'ago della bilancia

Ecco perché il voto avrà ripercussioni sui rapporti di forza tra tutti i partiti

L'"Ohio-Molise" farà l'ago della bilancia

Campobasso - Il piccolo e silenzioso Molise, abituato a stare in disparte, lontanissimo dai riflettori e a fare dell’autoironia su se stesso con il consueto adagio «il Molise non esiste», improvvisamente si ritrova al centro della politica nazionale. La terra più piccola (tolta la Valle D’Aosta) e meno conosciuta del Paese ha conquistato le colonne del Financial Times, è finita su tutti i telegiornali nazionali, ha visto accorrere qui tutti i leader, ma anche intere delegazioni di deputati e senatori di partiti che, come Forza Italia, hanno praticamente trasferito qui i propri gruppi parlamentari. Il Molise, insomma, è stato da giorni elevato allo status di «Ohio italiano», con riferimento al piccolo Stato statunitense il cui risultato tradizionalmente anticipa il verdetto finale delle elezioni a stelle e strisce. Con una chiusura di campagna elettorale in cui si sono ritrovati in due piazze di Campobasso a poche centinaia di metri l’uno dall’altro Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio, nel tentativo di conquistare gli ultimi voti degli indecisi.

Chi vincerà in Molise si ritroverà dunque alla guida di Palazzo Chigi? Oggi sarà il giorno della verità. Si scoprirà se la Regione sarà governato da Donato Toma, candidato unitario del centrodestra, commercialista e «uomo del fare», per dirla con Silvio Berlusconi, un professionista che si è gettato anima e corpo nell’avventura, battendo anche itinerari inconsueti o andando a sentire le voci dei malati negli ospedali. Oppure se diventerà la prima regione a guida Cinquestelle con la vittoria di Andrea Greco, primo dei non eletti 5 anni fa con 894 voti, mentre il Pd appare destinato a una mera testimonianza. E naturalmente l’esito del voto inciderà in maniera forte sugli equilibri nazionali in un momento decisivo per il futuro della legislatura, con la trattativa aperta tra Lega e M5s e il braccio di ferro in corso tra il Carroccio e Forza Italia. È chiaro che se Matteo Salvini dovesse ottenere un risultato importante e superare Forza Italia diversamente da quanto avvenuto qui alle Politiche soltanto poche settimane fa, la sua legittimazione come leader del centrodestra risulterebbe rafforzata, così come aumenterebbero le possibilità di vederlo premier in un governo con i Cinquestelle. Se invece Forza Italia dovesse resistere all’onda lunga leghista allora se ne avvantaggerebbe la soluzione di un esecutivo di centrodestra «puro», chiesto a gran voce da Berlusconi. La sensazione è che il centrodestra possa farcela, soprattutto se non ci fosse una super-affluenza.

Le urne si chiuderanno alle 23 e per la prima volta sarà la Regione e non la Prefettura a gestire organizzazione e software elettorali. I risultati, salvo intoppi, dovrebbero conoscersi presto, i votanti sono attorno ai 312mila ma 80mila sono residenti all’estero.

Votanti sparsi tra gli Appennini e l’Adriatico che con il loro voto potrebbero decidere non solo il futuro politico della loro regione, ma anche dell’Italia stessa.

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