Cronache

L'omaggio di Milano: Livio Caputo al Famedio

Livio Caputo entra nel Pantheon di Milano (e un pezzo del Giornale con lui)

L'omaggio di Milano: Livio Caputo al Famedio

Livio Caputo entra nel Pantheon di Milano (e un pezzo del Giornale con lui). Quando si è spento lo scorso 17 giugno, all'età di ottantasette anni, era direttore ad interim e la sua vita è stata legata a filo doppio con il quotidiano di via Negri fondato dall'amico Indro Montanelli. Editorialista, inviato, vicedirettore, in una parola firma storica. E un maestro del giornalismo. Ieri la Commissione consultiva del Comune ha votato all'unanimità l'iscrizione del suo nome nel Famedio dove riposano le spoglie di Alessandro Manzoni e di Carlo Cattaneo. Caputo, esponente di punta del movimento liberale italiano, senatore di Forza Italia, sottosegretario e per cinque anni, dal 2001 al 2006 consigliere comunale di Milano che ora gli ha reso omaggio, dal prossimo 2 novembre allungherà la lista dei «cittadini illustri» o «benemeriti», a svelare la targa sarà il sindaco (si vota il 3-4 ottobre, potrebbe toccare ancora a Beppe Sala o essere la prima cerimonia istituzionale dello sfidante del centrodestra Luca Bernardo).

Caputo nacque a Vienna ma visse a lungo e fino alla fine a Milano, anche se girò mezzo mondo, Esperto di esteri, visse come inviato di Gente a Bonn, del Resto del Carlino a Londra, de La Nazione ed Epoca a New York. Ed è negli anni al Corriere della Sera che si aggiudicò il Premio Hemingway per i servizi sulla Guerra del Golfo. Lo stesso giorno saranno incisi ventiquattro nuovi nomi nel Pantheon, nell'elenco dei personaggi illustri morti nell'ultimo anno ci sono Franco Battiato, Milva, il fondatore di Emergency Gino Strada scomparso solo lo scorso 13 agosto, l'attrice Lucia Bosè, l'imprenditore e manager Bruno Ermolli, considerato il «superconsulente» di Silvio Berlusconi, Rossana Rossanda, partigiana, giornalista, senatrice e dirigente del Pci e cofondatrice del Manifesto.

Non saranno iscritti ma sepolti presto nel Famedio l'etoile della danza Carla Fracci, scomparsa lo scorso 27 maggio, e due ex sindaci di Milano, il leghista Marco Formentini (il primo eletto direttamente dai cittadini) e il socialista Carlo Tognoli, che guidò la città dal 1976 all'86.

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