Lombardia, crescono i positivi Fontana: "Sono preoccupato"

Aumento allarmante dei nuovi casi: 2.500 in 24 ore, a Milano 848. "Vergognose le polemiche sui tamponi"

Lombardia, crescono i positivi Fontana: "Sono preoccupato"

Milano «Sono preoccupato, il numero dei contagi oggi è aumentato troppo»: il governatore lombardo Attilio Fontana spegne con poche parole il seppur cauto ottimismo. Anticipa i numeri del virus in regione, prima del report dettagliato dell'assessore al Welfare Giulio Gallera, e fotografa un trend per nulla incoraggiante. Dopo che per tre giorni consecutivi i dati del contagio sembravano dare tregua. «I numeri purtroppo non sono molto belli, il numero dei contagiati è aumentato un po' troppo rispetto alla linea dei giorni scorsi», spiega Fontana.

Poi specifica: «Siamo sui 2.500» casi in più in Lombardia in 24 ore. «Dovremo valutare - aggiunge - se è un fatto eccezionale determinato da qualche episodio particolare o se il trend dell'aumento ricomincia, il che sarebbe un po' imbarazzante. Le valutazioni epidemiologiche spettano ai tecnici, io posso solo dire che personalmente sono preoccupato». Il vicepresidente della Regione Fabrizio Sala ha aggiunto il dato sugli spostamenti dei cittadini, dedotti dai cambi di celle telefoniche: «Secondo i rilevamenti sulla giornata del 25 marzo - precisa - i numeri mostrano un significativo calo. Siamo al 36 per cento degli spostamenti e il dato ci conforta, perché ci fa capire che i lombardi continuano ad attenersi alle restrizioni». Poi il presidente lombardo è tornato sulla questione dei tamponi, parlando di «speculazioni vergognose». Sottolinea Fontana: «Abbiamo rispettato rigorosamente quello che ci è stato dettato dall'Istituto superiore di sanità. Lunedì abbiamo mandato la richiesta al Comitato tecnico-scientifico, nella quale si chiede se le linee guida debbano ritenersi confermate o superate. A oggi non abbiamo avuto risposta e in assenza di risposta dobbiamo ritenere che le misure siano le stesse. Se arriveranno nuove istruzioni, ne prenderemo atto e come sempre ci adegueremo». La Lombardia, ribadisce il governatore, è la regione che ha fatto il maggior numero di test. Circa 90mila, secondo l'ultimo censimento. «Parli solo l'Iss - conclude - e dica cosa si deve fare e cosa no».

Nel pomeriggio Gallera conferma e interpreta i numeri sui casi di Coronavirus, «purtroppo in significativa crescita». L'aumento in regione è di 2.443 contagiati, il giorno prima erano cresciuti di 1.643 unità. Ci sono stati in un giorno 655 ricoveri in più (315 il giorno precedente), di cui 27 in terapia intensiva. I morti in 24 ore sono stati 387. «Ma aumentano anche i guariti: di 1.501», spiega l'assessore. La crescita dei contagi nelle province di Bergamo e Brescia è stato «in linea» con quello di 24 ore prima. A Lodi si è registrato un più 84 casi, con 10 contagi rilevati a Codogno. A Cremona invece l'incremento è di 214 casi (95 il giorno prima). Per la prima volta da molti giorni la provincia di Milano registra un aumento di contagi che è ben oltre il doppio di quello del report precedente: più 848. Per spiegare questo «dato forte», il peggiore tra quelli forniti ieri, Gallera si è fatto assistere da due esperti. Fausto Baldanti del San Matteo di Pavia sull'andamento dei tamponi effettuati e Carlo Federico Perno dell'ospedale Niguarda sulla necessità di contestualizzare i numeri dei positivi con altri importanti fattori. «Nonostante l'aumento dei positivi - sottolinea Gallera - a Milano gli accessi in pronto soccorso sono rimasti stabili».

E Perno: «Non si tratta di nuove infezioni, bensì di nuove diagnosi. Conseguenza anche del fatto che da circa una settimana stiamo effettuando più tamponi. Nel nostro laboratorio infatti la percentuale dei positivi sul totale dei test è rimasta invariata».

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