"La Lombardia sarà il test per la variante"

Lo scienziato: qui il tasso di immunizzati più alto d'Europa, vedremo se sfugge ai sieri

"La Lombardia sarà il test per la variante"

«Non è il caso di lanciare un allarmismo planetario. Questa variante non è detto che sia più aggressiva. Innanzi tutto bisogna verificare se comincerà a circolare in Italia e, soprattutto, se circolerà anche tra i vaccinati». Fausto Baldanti, Direttore di Virologia e Microbiologia al San Matteo di Pavia, ha isolato il primo caso di Covid in Europa, quello del paziente zero di Lodi. E nel suo laboratorio sequenziano il 20% di tutte le Spike che circolano sul territorio lombardo.

Per ora niente Omicron?

«La presenza di Omicron va contestualizzata. In Sudafrica c'è un bassissimo tasso di vaccinazione, una situazione non paragonabile alla nostra. Per adesso vediamo circolare in modo predominante la variante Delta, nata in India nell'estate scorsa, mentre Alfa non solo si è praticamente estinta, ma è stata declassata a variante non preoccupante».

L'Oms ha confermato che fino ad ora Omicron non ha causato decessi.

«Infatti, non è detto che questa variante sia più aggressiva solo perché ha molte mutazioni nella Spike. Per la Beta, nata sempre in Sud Africa, c'è stata la stessa apprensione. Sulla carta e in vitro aveva una bassa risposta al vaccino. Poi, però, si è estinta».

Ma Omicron sembra più contagiosa.

«È tutto da verificare. La contagiosità dipende dal tasso di vaccinazione: più sono presenti soggetti suscettibili, più il virus circola come avviene in Sud Africa. In Europa siamo in un contesto diverso, ci sono tanti vaccinati».

Nessun allarme per chi si è immunizzato?

«Aspetterei a che c'è un allarme. Servono verifiche dirette. Anche la Delta, molto contagiosa, in vitro rispondeva meno ai vaccini. Nella vita reale, la barriera vaccinale l'ha contenuta e i decessi sono un decimo di quelli dell'anno scorso».

Quali sono le sue impressioni da ricercatore?

«Non è detto che tutte le mutazioni siano a beneficio del virus. E non dimentichiamo, che nonostante Delta sia una variante aggressiva e molto contagiosa, il numero degli infetti è dieci volte più basso dell'anno scorso».

Dunque il vaccino può proteggere anche da Omicron?

«E perché non dovrebbe? Prima di dire che non funziona bisognerebbe documentare che si diffonda in un contesto di persone in gran parte vaccinate. Cosa che non mi pare stia avvenendo..

Sembra che Omicron provochi solo sintomi blandi. Può essere diventato più buono questo virus?

«Se causa solo dei raffreddori, il problema si ridimensiona da solo. E mi sorprende che il Sudafrica abbia lanciato un'allerta internazionale in presenza di casi lievi. Bisognava avere maggior attenzione alla comunicazione: bisogna osservare il fenomeno nei laboratori, con attenzione, freddezza e calma».

Quanto tempo servirà per fare chiarezza?

«Vediamo cosa succede da qui a Natale. Se questa variante è più contagiosa e sfugge alla pressione vaccinale circolerà anche in Lombardia, dove il tasso di vaccinazione è il più alto d'Europa. Fino ad oggi, però, nel nostro laboratorio non ne abbiamo identificate».

Cosa vi dite tra esperti?

«Siamo in comunicazione con una rete di laboratori nazionali e internazionali: abbiamo visto nascere e morire molte varianti. Omicron non ci coglie impreparati».

Sarà necessario un richiamo annuo per il Covid?

«Abbiamo visto e documentato che l'esposizione multipla alla proteina Spike del virus (come nel caso dei guariti e poi vaccinati con due dosi) aumenta la

risposta immunologica enormemente sia nell'intensità che nella sua durata. Gli anticorpi di questi soggetti neutralizzano tutte le varianti finora identificate e perdurano a livelli elevati a distanza di almeno sei mesi».

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