RomaLa stella di Maurizio Pucci in Campidoglio non si è affatto appannata dopo essere stato tirato in ballo nelle intercettazioni di Mafia Capitale. Uno degli uomini forti del centrosinistra romano, imposto al fianco di Ignazio Marino dopo il multa-gate, colui che fino ad ora ha lavorato nel gabinetto del sindaco come responsabile dei «grandi eventi» con uno stipendio da più di 150mila euro l'anno, è il nuovo assessore ai Lavori Pubblici. La nomina arriva il giorno in cui il presidente dell'Authority Anticorruzione Raffaele Cantone commissaria due appalti dell'Ama in odor di mafia e in cui il ministro della Giustizia dispone il carcere duro per Massimo Carminati.
Per fare pulizia dopo il terremoto provocato dall'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel Comune, Marino ha schierato una nuova squadra, il cui fiore all'occhiello, accanto al giudice antimafia Alfonso Sabella piazzato alla Legalità e alla Trasparenza e a Francesca Danese nominata alle Politiche sociali dopo l'addio di Rita Cutini, è proprio Pucci, quello a cui il ras delle coop Salvatore Buzzi dava del «ladro» mentre parlava con Giovanni Fiscon congratulandosi con lui per essere riuscito a mantenere l'incarico di dg dell'Ama nonostante i tentativi del sindaco di farlo fuori. Il nuovo assessore non è indagato. Certo è un uomo «chiacchierato», sulla cui nomina potrebbero sorgere questioni di opportunità che rischiano di offuscare la giunta-bis nata proprio con l'intento di cancellare ogni ombra sulla gestione dell'amministrazione capitolina. Era dello scorso luglio la conversazione intercettata. Buzzi ci va giù duro parlando di Pucci. «Ieri è successo - dice - che sto matto de sindaco ha convocato una giunta straordinaria per far fuori Fiscon e mettece Pucci. Quindi levava una brava persona e ce metteva un ladro, perché Pucci è un ladro, rubava per il partito, ma tanta roba gli è rimasta attaccata quindi non rubava per il partito (...) alla fine è andata bene, avemo mandato il messaggio Marino 0 Fiscon 2». Proprio questa intercettazione e le polemiche che ne sono seguite stavano per far saltare la nomina di Pucci. L'ipotesi di un suo ingresso in giunta lunedì sembrava definitivamente tramontata. Ma Marino non ha mollato la presa, Pucci doveva far parte della sua squadra nonostante tutto. E ha spiegato perché: «Ho fortemente voluto Maurizio Pucci perché è una persona che prende un incarico e non si ferma finché non lo porta a termine». Nessun timore per quell'intercettazione: «Voglio rispondere con le parole di Papa Francesco: Guardiamoci dal terrorismo delle chiacchiere». Chiacchiere che il neoassessore interpreta così: «Mi sento sereno e onorato nel momento in cui due persone in carcere e accusate di mafia dicono di aver battuto Marino 2 a 0 perché sono riusciti a fare in modo che una terza persona, ora ai domiciliari, non venisse sostituita da Maurizio Pucci: quella è la prova che io non ero all'interno di quel sistema». Al vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri la new entry proprio non va giù: «Sarebbe lui il fiore all'occhiello della giunta della legalità? Marino è senza vergogna».
Il presidente dell'Anticorruzione Cantone ha intanto avviato le procedure di commissariamento per sospette infiltrazioni mafiose di due appalti affidati dall'Ama alla coop Edera, che ieri ha smentito
qualsiasi collegamento con la «29 giugno» di Buzzi, e al Consorzio Nazionale Servizi, un colosso della cooperazione, lo stesso che si è aggiudicato un appalto da tre milioni per le pulizie nelle sedi del ministero del Lavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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