Farmaci e terapie

"L'omeopatia? Medicinali, non acqua"

Il presidente di Omeoimprese torna a chiedere le indicazioni terapeutiche

"L'omeopatia? Medicinali, non acqua"

«Sono medicinali (registrati e regolamentati), sono prescritti dai medici, hanno un effetto (altrimenti ci si chiede come mai 10 milioni di italiani continuino a usarli) eppure c'è ancora chi pubblicamente si ostina a chiamarli acqua fresca». Giovanni Gorga è il presidente di Omeoimprese, l'associazione che riunisce il 90% delle aziende italiane ed estere produttrici di omeopatici. Sabato mattina, dopo aver acceso la televisione su Mi manda Rai3, gli è andato il caffè di traverso. «Durante la trasmissione è stata messa in luce una contraddizione, vera, ma che ormai persiste solo in Italia E cioè che i medicinali omeopatici, pur essendo registrati come richiede la normativa europea dal 2006, sono sprovvisti di indicazione terapeutica. Esempio: lo stesso farmaco usato per trattare i sintomi delle malattie da raffreddamento in Francia e in Svizzera è corredato di foglietto illustrativo, in Italia no».

Perché il servizio televisivo è stato impreciso?

«Direi scorretto: è partito da una contraddizione che esiste e che va risolta per dire che tutta l'Omeopatia è acqua fresca. Questo modo di non informare o di creare un finto dibattito purtroppo resiste in Italia più che altrove».

Perché in Italia non sono precisate le indicazioni terapeutiche?

«Confidiamo in questo governo, di poterci sedere a un tavolo e confrontarci. La direttiva europea è nata per dare un'uniformità a tutti i Paesi. Aifa ha creato una classe apposta per i medicinali omeopatici, siamo riconoscenti del grande lavoro svolto dall'Agenzia del Farmaco. A questo punto tocca alla politica equiparare i nostri agli altri farmaci. Non si capisce perchè gli integratori possano inserire sulla confezione almeno il campo di applicazione, mentre per i nostri prodotti non è consentito nulla».

Tuttavia vi sono differenze fra allopatici e omeopatici e voi chiedete che siano rispettate.

«Sì ma dal punto di vista della registrazione tariffaria i costi sono gli stessi mentre vi è un'enorme differenza di fatturati. Un medicinale omeopatico fattura 12-15mila euro all'anno, un allopatico può arrivare anche a milioni. In questo caso i costi di registrazioni del farmaco sono equiparati. Questo è un aspetto sul quale ci aspettiamo molto da questo governo».

Però i medici omeopati dicono che non si può incasellare un medicinale in una sola definizione perché il farmaco tradizionale funziona in un modo, l'omeopatico in un altro...

«Verissimo. L'Omeopatia ha peculiarità proprie, tuttavia in Francia hanno scelto di inserire nel foglietto illustrativo le indicazioni del principio attivo. Ad esempio sull'arnica vi sono migliaia di studi che ne hanno provato le proprietà anti infiammatorie e si mette per iscritto ciò che la letteratura scientifica ha dimostrato. Da noi si arriva al paradosso che l'integratore a base di arnica ha le indicazioni e il medicinale non le ha».

Il parlamento europeo ha invitato gli Stati a usare l'Omeopatia come adiuvante nelle malattie oncologiche.

«Sì è stata una risoluzione dell'anno scorso. Il senso di una Medicina Integrata è quello di alleviare i sintomi provocati da terapie troppo aggressive ma necessarie. Penso alle chemio e radioterapie, vi è un'ampia letteratura a riguardo.

Grazie al supporto omeopatico molti pazienti oncologici hanno potuto continuare le terapie che altrimenti sarebbero stati costretti a interrompere».

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