Coronavirus

L'Oms: è quasi pandemia, l'Europa è tutta infetta, paura a Disneyland Paris

Il direttore Ghebreyesus: "Ma la conterremo". Positivo addetto del parco, che resta aperto

L'Oms: è quasi pandemia, l'Europa è tutta infetta, paura a Disneyland Paris

L'incubo della pandemia bussa alla porta. L'Organizzazione mondiale della sanità è «molto vicina a dichiarare che l'epidemia di coronavirus è una pandemia, potrebbe essere una questione di tempo», dice Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms. Anche se secondo Ghebreyesus «potrebbe essere la prima pandemia a essere contenuta». Nel mondo si è arrivati a 111.400 casi.

In Europa con i primi due casi a Cipro non c'è più un Paese fuori dalla mappa dei contagi. Dopo l'Italia è la Francia il Paese con più casi, 1239 con 21 morti. Il governo ha vietato gli eventi con più di mille persone, anche se ieri in 3500 si sono radunati a Laderneau travestiti da Puffi per battere un record, anche di imbecillità. «Pufferemo il virus», lo slogan dei tizi colorati di azzurro. Di sicuro hanno contribuito a spargerlo. Positivi altri due deputati (ora sono quattro) e il ministro della Cultura Franck Riester, che si è messo in autoisolamento anche se si dice «in forma». Si registra il caso di un dipendente di Disneyland Paris risultato positivo: parco a tema ancora aperto visto che il soggetto «non è stato in contatto con i visitatori».

Al terzo posto per contagi in Europa c'è la Germania con 1153 casi e i primi due morti nei distretti di Heinsberg e dalla città di Essen. Il ministro della Salute Jens Spahn ha ieri invitato i suoi concittadini a «fare tutti qualcosa per collaborare al rallentamento del virus». Dal prossimo fine settimana la Bundesliga, il massimo campionato tedesco di calcio, forse si disputerà a porte chiuse. C'è poi la Spagna, dove si è al limite della soglia psicologica dei 1000 casi di infezione con 999 casi, con un aumento del 50 per cento rispetto a ieri, e 25 persone decedute. Le due regioni maggiormente colpite sono quella di Madrid e i Paesi Baschi, dove sono state chiuse scuole e università nel capoluogo Vitoria per le prossime due settimane.

Più indietro c'è il Regno Unito, che con 319 casi (e tre morti) è dietro anche alla Svizzera con 374. Ma anche a Londra c'è preoccupazione, al punto che il premier Boris Johnson ha convocato ieri una riunione del comitato Cobra, la commissione britannica per le emergenze. Londra è in ansia anche perché un membro dello staff di Transport for London, l'azienda dei trasporti di Londra dalla quale dipendono i servizi di metropolitana e bus, è risultato positivo al coronavirus.

E mentre in Russia i contagiati sono venti, con tre nuovi casi ieri, vanno segnalati i primi due casi di persone positive in Albania, padre e figlio rientrati da un viaggio a Firenze. Cancellata per la prima volta dal 1988 la marcia della memoria tra i lager di Auschwitz e Birkenau in Polonia a cui partecipano sopravvissuti all'Olocausto e giovani ebrei mentre in Grecia, nell'antica Olimpia, la tradizionale cerimonia di accensione della torcia olimpica, giovedì prossimo, sarà a porte chiuse.

In Corea del Sud gli ultimi bollettini delle autorità sanitarie nazionali che vedono un sostanziale calo dei nuovi contagi nel Paese sono visti con cautela e sono state istituite multe salate per chi risulta positivo ai test per il coronavirus e non racconta la sua storia. E dove non uccide il virus uccide la stupidità.

In Iran venti persone sono morte per aver bevuto alcol adulterato nella convinzione che sconfiggesse il coronavirus.

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