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L'Oms: «Per terapie e vaccino ci vorrà tempo» Si usano i farmaci anti Ebola, malaria e Hiv

Garattini: «Interessanti gli studi sulla clorochina, buoni i test in Francia»

Maria Sorbi

Che ne dicano i cinesi, è presto, stra-presto, per avere la cura contro il Coronavirus. L'unica cosa che i medici possono fare al momento è combinare al meglio i principi attivi già noti e, se non altro, utilizzarli come potenziale arma per inibire gli effetti del virus.

L'Organizzazione mondiale della sanità ha organizzato un incontro per la prossima settimana a Ginevra per valutare lo sviluppo di farmaci e vaccini ed evitare false (e dannose) fughe in avanti che rischiano di illudere inutilmente gli infettati. Il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha spiegato che l'organizzazione chiederà agli scienziati di identificare le priorità della ricerca e coordinare gli sforzi per trovare farmaci efficaci. Tra gli invitati ci saranno anche scienziati cinesi e quelli londinesi che due giorni fa hanno annunciato - peccando di un eccesso di ottimismo - la formulazione di un vaccino nel giro di 14 giorni. Impresa tecnicamente impossibile. L'Oms chiede l'impegno di tutta la comunità scientifica e paragona la situazione agli sforzi per sviluppare vaccini e terapie contro l'ebola, nell'epidemia del 2014-2016 in Africa occidentale.

E potrebbe essere proprio uno dei farmaci impiegati contro l'ebola uno dei possibili candidati alla soluzione del Coronavirus. Un'altra via, a detta del farmacologo Silvio Garattini «la più promettente», è rappresentata dalla clorochina, molecola già utilizzata contro la malaria e sperimentata sugli animali in Francia con buoni risultati. Se fosse realmente efficace sarebbe un'ottima notizia perché il farmaco è già in commercio e l'iter delle sperimentazioni cliniche e delle autorizzazioni si accorcerebbe parecchio.

Intanto sono due i farmaci che lo staff medico dello Spallanzani di Roma ha iniziato a somministrare ai due pazienti cinesi ricoverati e in condizioni ancora critiche. Si tratta di due antivirali: il lopinavir/ritonavir e il remdesivir. Il primo in realtà è un'associazione farmacologica, ovvero un farmaco che nella stessa capsula contiene due diversi principi attivi. I due farmaci vengono somministrati congiuntamente per potenziare gli effetti che hanno sull'organismo. Solitamente vengono utilizzati per la terapia anti Hiv negli adulti e nei bambini di età superiore almeno ai due anni. Gli effetti collaterali più comuni registrati nel corso della terapia sono nausea e diarrea, quest'ultima raramente di intensità tale da richiedere la sospensione del trattamento. Altri eventi relativamente comuni sono il dolore addominale, l'astenia, il vomito, la cefalea e, in genere nei bambini, il rash cutaneo. In alcuni soggetti sono stati segnalati alcuni casi di ipertrigliceridemia e pancreatite. Il secondo farmaco che verrà somministrato ai due pazienti è invece il remdesivir.

Si tratta di un nuovo farmaco più sperimentale prodotto da Gilead come farmaco contro il virus dell'ebola.

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