Dopo il «non paghiamo» stavolta è l'ora del «non salviamo». Appena quattro giorni dopo aver definito «inaccettabile» la richiesta di Bruxelles di sborsare 2,1 miliardi aggiuntivi per rimpinguare il bilancio europeo, Londra sbatte la porta in faccia all'Europa su un altro tema scottante: il soccorso in mare dei migranti in arrivo sulle coste italiane nel tentativo di raggiungere il Continente. Con una replica scritta a un'interrogazione alla Camera dei Lord, il ministero degli Esteri annuncia che il Regno Unito non appoggerà future operazioni di ricerca e soccorso nel Mar Mediterraneo. E lo fa mettendo in discussione il principio che ha ispirato l'operazione militare e umanitaria Mare Nostrum, nata nell'ottobre del 2013 dopo la morte di 500 migranti al largo delle coste di Lampedusa e che si chiude proprio questa settimana con un bilancio di 150mila vite salvate. Londra dice no perché ritiene che le operazioni di salvataggio rappresentino «una spinta», seppur «involontaria», a nuovi sbarchi e «incoraggino ancora più migranti a tentare la pericolosa traversata in mare, determinando perciò più morti tragiche e inutili». Il sottosegretario agli Esteri, la Baronessa Lady Anelay, mette il dito nella piaga e fa infuriare le associazioni per i diritti umani: «Il governo ritiene che il modo migliore per prevenire il tentativo di rifugiati e migranti di intraprendere queste pericolose traversate è concentare l'attenzione sui Paesi d'origine e transito e insieme adottare misure per combattere i mercanti di uomini che volontariamente mettono a rischio le vite dei migranti ammassandoli su imbarcazioni insicure». Bocciata su tutta la linea la politica europea sull'emergenza sbarchi. Musica per le orecchie del partito anti-immigrazione che dall'Italia alla Francia al Regno Unito sta guadagnando sempre più consensi. L'annuncio è una melodia intonata anche dal ministero degli Interni guidato da Theresa May, che smarca Londra anche da «Triton», l'operazione di «protezione delle frontiere» gestita da Frontex (l'agenzia europea per la tutela dei confini) e che dal primo novembre si occuperà dei pattugliamenti nel Canale di Sicilia ma non ha ancora previsto operazioni di salvataggio. Il Regno Unito non ci sarà e si limiterà a mettere a disposizione solo un funzionario.
La mossa del governo britannico è l'ultima di una serie il cui obiettivo è ormai entrare in sintonia con gli elettori di destra e sinistra saturi del flusso di immigrati che dalle coste italiane cercando di raggiungere i Paesi più ricchi dell'Unione. Arriva proprio nel giorno in cui un sondaggio di ComRes per l' Independent dà il partito euro-scettico e anti-immigrati di Nigel Farage, l'Ukip, in piena ascesa, al 19%, il consenso più alto mai raggiunto finora, ben 4 punti percentuali in più rispetto al mese scorso. I Conservatori, in netta rimonta rispetto al Labour che nell'ultimo mese ha perso il 5% (il punto più basso da quando Ed Miliband è leader del partito) si trovano ora testa a testa con l'opposizione, entrambi a quota 30%, e devono prima di tutto fronteggiare l'ondata dell'ultradestra che potrebbe rovinare i piani per la riconferma di David Cameron a Downing Street. Tra i due litiganti, il terzo gode. Mentre fra Londra e Bruxelles è guerra aperta sui conti, con il Commissario ad interim dell'Unione, Jacek Dominik, che ieri ha minacciato di non corrispondere i 3 miliardi di rimborsi che spettano ogni anno al Regno Unito se si rifiuterà di pagare il contributo extra al bilancio Ue - gli elettori premiano la linea dura del partito anti-immigrati di Farage. I Tory rincorrono, ma la questione è ormai trasversale. Dopo le dichiarazioni del ministro della Difesa Michael Fallon, che aveva parlato di aree del Paese «invase» dagli immigrati, salvo poi fare marcia indietro su pressione di Cameron, anche il laburista David Blunkett ammette che la questione immigrazione è una bomba a orologeria. L'ex ministro degli Interni di Blair dà ragione a Fallon e accusa di vivere «nel mondo dei sogni» chi sostiene che il largo flusso di immigrati non crei problemi.
Fuori dal coro la voce dell'Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, che condanna chi definisce l'immigrazione «una profonda minaccia» e denuncia il linguaggio razzista «dilagante» nel Regno Unito. Amnesty International parla di «giornata buia» e di decisione che «sarà giudicata imperdonabile dalla Storia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.