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L'onestà grillina si scontra con le restituzioni fantasma

Mettono alla gogna chi si è approfittato del bonus Covid pur guadagnando 12mila euro al mese, ma uno dei motivi di tensione all'interno del M5s è rappresentato proprio dai soldi

L'onestà grillina si scontra con le restituzioni fantasma

Mettono alla gogna chi si è approfittato del bonus Covid pur guadagnando 12mila euro al mese, ma uno dei motivi di tensione all'interno del M5s è rappresentato proprio dai soldi. Quelli da versare per le restituzioni e i 300 euro mensili per la piattaforma Rousseau gestita da Davide Casaleggio. È recente la notizia dell'ennesimo ultimatum, spiccato dal collegio dei probiviri grillini all'indirizzo dei tanti «morosi» in perenne ritardo con i bonifici da caricare sul sito Tirendiconto.it. La deadline è il 24 agosto, data limite per mettersi in regola pena l'espulsione, anche se molti tra i ritardatari sono convinti che si tratti di una pistola scarica. Perché lo stato maggiore vorrebbe evitare di perdere altri pezzi nei gruppi parlamentari. Sul sito delle restituzioni in alto c'è l'avviso: «Ad oggi i portavoce devono avere completato la rendicontazione fino al mese di aprile 2020. I mesi successivi non sono da considerarsi come ritardo». Ciò nonostante qualche sparuto zelante è arrivato fino a luglio. Mentre ha fatto il minimo sindacale un ministro come Alfonso Bonafede. Con lui i colleghi di governo Vincenzo Spadafora, Fabiana Dadone, Lucia Azzolina, Stefano Patuanelli, il capo politico Vito Crimi e il presidente della Camera Roberto Fico. L'ex capo politico e ministro degli Esteri Luigi Di Maio è fermo a marzo, stando ai dati forniti da Tirendiconto.it. Il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo è bloccata a gennaio. Una big come Paola Taverna, vicepresidente del Senato e ancora in corsa per la leadership del Movimento, secondo il portale dei Cinque Stelle si è fermata a dicembre dell'anno scorso.

E poi c'è la questione Rousseau. Un po' tutti i parlamentari non sopportano più il contributo mensile per il mantenimento della piattaforma di democrazia partecipativa, fiore all'occhiello di Casaleggio. Un ipotetico passaggio dello strumento dalle mani del guru alla struttura politica del M5s è all'ordine del giorno di tutte le assemblee degli eletti pentastellati. E solo qualche giorno fa il deputato Alessandro Melicchio, come riportato dall'Adnkronos, è stato bersagliato nelle chat per un ordine del giorno sulla riduzione dei rimborsi viaggio della Camera. «Basta con il populismo pauperista» lo hanno attaccato i colleghi di partito.

Vatti a fidare del M5s che si ispirava ai francescani.

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