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L'opposizione boccia il piano e invoca l'intervento della Ue

Berlusconi: «Non è un problema solo italiano». Meloni avverte: bene il deficit ma non per marchette elettorali

L'opposizione boccia il piano e invoca l'intervento della Ue

Le misure annunciate dal ministro Gualtieri per affrontare le conseguenze dell'epidemia di Coronavirus sull'economia italiana non sono piaciute al mondo della politica. Ieri il responsabile dell'Economia del governo giallorosso ha parlato di una «manovra» di 3,6 miliardi di euro. Una serie di interventi, anche strutturali, che vengono giudicati insufficienti dall'opposizione. A iniziare dal leader del Carroccio che respinge al mittente la bontà della «manovra». «Per aiutare le imprese servono ben più di 3,6 miliardi! - ribadisce Matteo Salvini (Lega) - Servono almeno 50 miliardi per sostenere aziende in difficoltà e famiglie. E un no dell'Europa sarebbe un oltraggio inaccettabile».

Gli interventi del governo italiano paiono a tutti deboli e insufficienti e Salvini non è certo l'unico a guardare all'Europa. Da giorni Forza Italia va ripetendo che la sede più giusta per affrontare la crisi economica prodotta dall'emergenza Covid-19 è Bruxelles. Ancora ieri su Twitter Silvio Berlusconi annunciava un nuovo intervento in sede di Parlamento europeo. «Non è un problema solo italiano - spiega il leader azzurro - Chiediamo la convocazione di dibattito parlamentare sul tema e soprattutto la sospensione temporanea dei vincoli europei di finanza pubblica affinché possa essere attuato un vero e proprio Piano Marshall a tutela delle nostre imprese».

Le notizie allarmanti che arrivano dalla Francia e dalla Germania spingono poi Antonio Tajani a chiedere una riunione straordinaria ed urgente di tutti i ministri della salute Ue e un vertice dell'Eurogruppo al fine appunto di concordare e coordinare le misure economiche necessarie ad arginare i possibili effetti di questa crisi.

Tra questi ci sono anche le azioni di «sciacallaggio» nei confronti dei prodotti italiani da esportazione. A denunciare questa operazione sono Maria Cristiana Caretta, deputata di Fratelli d'Italia, e Anna Maria Bernini, capogruppo azzurro in Senato. «La richiesta di certificazioni sanitarie coronavirus free per i prodotti italiani - spiga la Caretta - è una meschina operazione di sciacallaggio».

Tra questi effetti anche le condizioni di difficoltà dei lavoratori autonomi. I soldi messi a disposizione dalla «manovra» di Gualtieri sono insufficienti per Mariastella Gelmini. «Solo una mancia - dice la capogruppo azzurra di Montecitorio - Misura tanto modesta quanto in linea con l'ideologia del Pd e dei Cinquestelle, i quali per qualsiasi azione offrono sempre il medesimo rimedio: il bonus». Discorso che non si discosta molto da quanto precisa la leader di Fratelli d'Italia. «Bene la decisione del governo - dice Giorgia Meloni - di sforare il deficit consentito, ma patti chiari: il deficit serve a misure straordinarie in ambito sanitario e per il sostegno dell'economia, non per le spese care alla sinistra tipo marchette elettorali, accoglienza agli immigrati e reddito di cittadinanza ai delinquenti».

I soldi, insomma, vanno spesi per rilanciare l'economia e in questo senso il Piano Marshall invocato da Forza Italia assomiglia anche a una sorta di New Deal a partire dalla riapertura dei cantieri delle più importanti infrastrutture. In tanti chiedono un Commissario ad hoc per questa emergenza e che vengano adottate le stesse procedure d'urgenza come quelle usate per il ponte Morandi.

«Invece di menare il can per l'aia - avverte il deputato azzurro Osvaldo Napoli - con uno sblocca-cantieri che finora non ha sbloccato nulla, il governo veda di far partire in 15 giorni i progetti già finanziati, disboscando la giungla delle procedure burocratiche grazie al modello genovese».

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