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L'opposizione: "Esecutivo milleproroghe"

Il centrodestra pungola la maggioranza, dal fisco alla vertenza Alitalia

L'opposizione: "Esecutivo milleproroghe"

L'ultimo motivo di opposizione per l'opposizione arriva dai dati Istat sulla pressione fiscale: se nel terzo trimestre del 2019 è stata del 40,3% (in calo di 0,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente), guardando ai primi nove mesi dell'anno, si tratta del valore più alto dal 2015, ovvero da quattro anni. Una ragione di allarme che si aggiunge a quelli sulla politica industriale, dalle sorti di Alitalia all'ex Ilva alla revoca delle concessioni all'incertezza sulle infrastrutture.

«È il governo milleproroghe» secondo la sintesi di Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. E mentre la Lega di Matteo Salvini alza le barricate sull'Alitalia, agganciando anche le preoccupazioni di Fi e dei renziani, Mariastella Gelmini, capogruppo dei deputati azzurri, denuncia il rischio di un aumento dell'Iva e il responsabile economico azzurro, Renato Brunetta, prevede per il 2020 «un anno di crescita da zero virgola». Uno scenario tutt'altro che confortante. Come racconta il capogruppo di Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida, «considerati anche gli elementi di preoccupazione legati allo scenario internazionale, sono sempre insistenti le voci per cui sarebbe in arrivo un governo tecnico».

Ciò che è certo è che dopo le vacanze natalizie la stagione parlamentare si riapre all'insegna di un'opposizione netta sui temi economici, che in qualche settore, come le scelte su Alitalia, si allarga a Italia viva, sulle barricate anche per il Jobs Act, uno dei simboli della politica renziana, soprattutto dopo l'intervista del ministro della Salute, Roberto Speranza, al Corriere della sera, in cui ne chiede «una profonda revisione».

Salvini si concentra soprattutto a lanciare l'allarme sull'ex compagnia di bandiera. «Anche su Alitalia, il governo perde tempo e mette a rischio un'azienda strategica per il paese e il futuro di 10.000 lavoratori. Nessuna svendita e nessun regalo saranno permessi dalla Lega» dice il segretario. Sul tema interviene anche Giorgio Mulé, portavoce dei gruppi azzurri, convinto che Alitalia non sia solo un vettore ma possa essere «una calamita di investimenti» per il Paese: «Il decreto Alitalia è un provvedimento inutile, non fa altro che allungare l'agonia, essendo privo di un vero piano industriale. Questo governo si muove in totale continuità con il precedente, facendo uno spezzatino. Per Alitalia ci vuole una cura da cavallo che valorizzi le professionalità interne, anche pensando ad una public company che aiuti i dipendenti a diventare ad esempio azionisti». Da Iv Raffaella Paita e Luciano Nobili contestano il decreto: «L'unica cosa che ci viene comunicata è la nomina del direttore generale, che non ci trova d'accordo».

La preoccupazione rimane anche per l'ex Ilva. «La decisione del Tribunale del Riesame di Taranto sull'Altoforno 2 è una boccata d'ossigeno per l'acciaieria più grande d'Europa. Riparta il confronto governo- ArcelorMittal e si trovi una soluzione definitiva per scongiurare la chiusura. Stop con le perdite di tempo» chiede Gelmini. E Bernini: «Si va da una proroga a un'altra e anche la famosa verifica di gennaio slitta continuamente.

Ma l'Italia di tutto avrebbe bisogno, mentre l'economia è in stagnazione, meno che di questo».

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