L'ossessione dell'Isis per la Capitale "Grazie ad Allah vi conquisteremo"

Il Califfato sogna la presa dell'Urbe, simbolo della cristianità e dell'occidente. Perfino quei murales nei bunker di Mosul...

L'ossessione dell'Isis per la Capitale "Grazie ad Allah vi conquisteremo"

Carri armati delle bandiere nere che avanzano verso il Colosseo, sermoni del Califfo che minacciano Roma ed inviti ad attaccare in altre città come Bologna e Pisa. La propaganda jihadista che minaccia l'Italia è sproporzionata rispetto all'assenza di attentati, fino ad ora. Una ricerca dell'Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano ha contato ben «432 riferimenti all'Italia, al Vaticano e a Roma» in video, pubblicazioni sermoni dei vertici dello Stato islamico. «La posizione centrale che la capitale italiana occupa nei messaggi jihadisti anche in senso figurato è un fenomeno allarmante» scrivono i ricercatori Francesco Marone e Marco Olimpio. Roma è nel mirino «come simbolo dell'Occidente e della Cristianità».

Sui 432 messaggi della propaganda jihadista il Papa o il Vaticano vengono menzionati 36 volte. E non mancano 6 riferimenti ad altre città italiane. Nell'e book «bandiere nere da Roma», che delinea una strategia per l'invasione dell'Italia si indicano obiettivi precisi: «L'autostrada e la stazione ferroviaria di Bologna saranno attaccate per prime, come hanno fatto numerosi gruppi sovversivi italiani in passato». In un video jihadista del 2016 viene «mostrata per pochi istanti un'immagine della Piazza del Duomo di Pisa con la celeberrima Torre, inframezzata da fotogrammi della Tour Eiffel e della Statua della Libertà. Il filmato intende esortare i simpatizzanti dello Stato Islamico a compiere degli attacchi con diversi mezzi, anche artigianali».

L'obiettivo principale, però, rimane la città eterna. I propagandisti dello Stato islamico hanno creato un fotomontaggio con dei carri armati ed il vessillo nero «mentre avanzano nel deserto, verso i monumenti della città di Roma tra cui il Colosseo e l'Altare della Patria».

Lo stesso Califfo, Abu Bakr al Baghdadi, ha spiegato nel sermone del luglio 2014: «Conquisterete Roma e diventerete padroni del mondo, a Dio piacendo». Il defunto Abu Mohammed al Adnani, stratega della propaganda jihadista, non era da meno: «Conquisteremo la vostra Roma e spezzeremo le vostre croci». Nel gennaio del 2015 le bandiere nere spiegavano nei dettagli come attaccare l'Italia dai Balcani e colpirla con missili dalla Libia. Inquietanti alcuni passaggi: «Non vi è alcun dubbio che () i combattenti europei dello Stato Islamico dovranno allearsi con altre milizie per combattere la mafia, prima della conquista di Roma». I ricercatori dell'Ispi spiegano: «Con l'espressione altre milizie si intendono i gruppi anarchici e di sinistra italiani».

La propaganda jihadista non viaggia solo in rete, ma è visibile nelle roccaforti perdute delle bandiere nere. In una vecchia galleria vicino all'aeroporto di Mosul, a 25 metri di profondità, le forze jihadiste avevano ricavato un campo di addestramento ed un bunker anti aereo per i vertici del Califfato. Sulle pareti spiccava un grande murales con la scritta invaderemo Roma, se Allah vuole. Le bandiere nere lo hanno dipinto con colori sgargianti e velieri islamici che puntano la prua verso il nostro Paese.

Fra i ruderi della battaglia di Sirte, «capitale» dello Stato islamico in Libia, abbiamo trovato una grande scimitarra disegnata con la vernice nera e lo slogan «questa è la via per Roma» accompagnato da una freccia verso il mare Mediterraneo, a soli cento metri. Una cannonata aveva distrutto il resto della minaccia jihadista: «Lo Stato islamico è qui per rimanere ed espandersi - verso Roma - con la volontà di Allah».

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