Cronache

Lotte di classe per riportare a scuola chi non va più

Uno su dieci abbandona già alle medie. E al Sud va anche peggio

Lotte di classe per riportare a scuola chi non va più

G li ultimi dati di fine 2017 in possesso del ministero dell'Istruzione avvertono che dalla scuola si esce a tutte le età per un milione di motivi: circa 10.591 alunni delle medie hanno interrotto la frequenza senza motivi, prima del termine delle attività didattiche. Di questi, ben 7.078 alunni, pari allo 0,4 si sono «persi». Poi c'è il passaggio dalle medie alle superiori che è sempre storicamente traumatico. Di 556.598 alunni che finiscono le medie, il 91,8% si iscrive alle superiori, il 2,0% ripete l'anno mentre il 6,2% esce dal sistema scolastico (34.286). Alle superiori invece, l'abbandono totale è del 4,3% (112.240). Il 7% avviene il primo anno di corso, per scendere poi al 4,3% negli anni successivi. I maschi abbandonano più delle femmine. I licei reggono di più (2,1%) ma nei istituti tecnici l'abbandono è del 4,8% , mentre nei professionali schizza all'8,7%. Nei corsi di Istruzione e formazione professionale realizzati in regime di sussidiarietà presso le scuolemollano circa il 9,5%

Il Mezzogiorno ha una percentuale più elevata della media nazionale (4,8%) in ogni ordine e grado scolastico. Tra le regioni a maglia nera spiccano Sardegna, Campania e Sicilia, con punte rispettivamente del 5,5%, del 5,1% e del 5,0%. Mentre le percentuali più basse sono in Umbria (2,9%), Veneto e Molise ( 3,1% ).

Ma cosa nascondono questi numeri? Quale situazione di degrado sociale induce ragazzini ad arrendersi? Bisogna girare nelle periferie delle grandi città per vedere i ragazzi che bivaccano per le strade o i bambini che girano in bicicletta (quando ce l'hanno) alle dieci del mattino anziché andare a scuola. E bisognerebbe sentire quello che rispondono i diretti interessati al «perché non vai a scuola». Tutte motivazioni disarmanti. «La mamma non mi sveglia al mattino, perché dorme anche lei» spiega alla preside della scuola nel quartiere Zen di Palermo. E perché salti le lezioni chiede una preside coraggio di Caivano? «Accompagno mia madre in carcere a trovare mio padre». Sono proprio le testimonianze di alcuni presidi colpiti dalla dispersione scolastica a farci comprendere quanto dietro a certi numeri si nasconda uno spaccato sociale a volte desolante.

Ma la risposta delle istituzioni cambia molto tra Nord e Sud. Mentre a Torino e Como, infatti, il supporto di Fondazioni e privati è importante per arginare con progetti e fondi la dispersione scolastica, al Sud il silenzio delle istituzioni locali è assordante.

Anche nella dispersione l'Italia è spaccata in due.

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