Louvre choc: "Finanze in declino, acquisizioni flop e caos visitatori"

Lo schiaffo della Corte dei conti sulla gestione del museo. E addio alla nuova sala per la Gioconda

Louvre choc: "Finanze in declino, acquisizioni flop e caos visitatori"
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"La questione delle risorse semplicemente non regge". I gioielli della collezione napoleonica sono spariti il 19 ottobre in 7 minuti e di essi non c'è traccia nonostante siano stati fermati diversi sospettati della rapina e presunti complici. Ma a quasi tre settimane dal "furto del secolo" al Louvre ieri è stata pubblicata la relazione della Corte dei Conti che riguarda le scelte intraprese negli ultimi sei anni dal museo; un atto d'accusa nero su bianco pronunciato dal presidente dei magistrati contabili, Pierre Moscovici. Il dossier esamina la gestione del Louvre tra il 2018 e il 2024. Si legge che la presidente-direttrice, Laurence Des Cars, in carica dal maggio '21, "ha dato priorità a progetti visibili e accattivanti a scapito degli impianti tecnici, in particolare quelli relativi alla sicurezza". Immagine, più che prevenzione: "solo" 87 milioni di euro spesi per manutenzione e ristrutturazione del palazzo, rispetto ai 169 milioni destinati all'allestimento e all'acquisizione di quadri e manufatti. In otto anni, il museo ha sganciato infatti 105 milioni per l'acquisizione di 2.754 opere, di cui meno di una su quattro è esposta.

Si confermano insomma gli allarmi emersi nelle scorse settimane - e inoltrati alla dirigenza del museo che li avrebbe di fatto ignorati, come le segnalazioni dei 2.200 dipendenti - su protezione e sorveglianza. Moscovici ritiene che il Louvre non abbia quindi bisogno di ulteriori finanziamenti da parte dello Stato. Ma di indirizzare meglio le spese. "Sono state privilegiate le acquisizioni" a dispetto dei rischi. E si mette in dubbio anche il progetto "Louvre Nuovo Rinascimento" annunciato a gennaio da Macron, rivedendo le stime al rialzo: 1,15 miliardi di euro rispetto ai 700-800 stimati dall'Eliseo, sollevando preoccupazioni circa il suo finanziamento. Si basa, scrivono, su "presupposti incerti" come il mecenatismo ed entrate derivanti dall'accordo di licenza "Louvre Abu Dhabi" e dalla vendita dei biglietti. I magistrati contabili temono insomma che possa essere ancora una volta mero maquillage. Spazi di ristoro, un nuovo ingresso e una stanza ad hoc per La Gioconda. La Corte punta il dito sulle scelte dirigenza attuale e precedente: "Nonostante le abbondanti risorse, ritardo degli investimenti e deterioramento accelerato" del museo-bandiera che ha accolto quasi 9 milioni di appassionati lo scorso anno (l'80% stranieri e con biglietti che hanno fruttato 125 milioni, il 60% delle entrate); "persistente lentezza nell'implementazione delle attrezzature per proteggere le opere". Investimenti "essenziali". Il report è stato redatto prima del furto, e le criticità erano già evidenti: dal piano antincendio non completato a più di 20 anni dalla stesura, all'installazione di telecamere nelle sale; anch'essa a rilento e con solo il 64% della sorveglianza a circuito chiuso in servizio nell'ala Denon che ospita "Monna Lisa". Nel 2019 era al 51%. Secondo Moscovici, "il furto dei Gioielli della Corona è senza dubbio un assordante campanello d'allarme".

A sparire su due scooter T-Max lungo la Senna (dopo che i ladri sono usciti dalla porta-finestra indisturbati con la refurtiva grazie a un montacarichi parcheggiato in contromano sulla strada) otto "pezzi" di storia francese su nove con migliaia di diamanti e pietre preziose incastonate per un valore di 88 milioni di euro, lasciando sul posto solo la corona - rovinata - di Eugenia, moglie di Napoleone III; restauro delicato, ma possibile, ha detto la direttrice Des Cars.

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