Ora il suo canto è libero. Da oggi le canzoni di Lucio Battisti e Mogol sono disponibili sulle piattaforme digitali come Spotify. Brani che hanno costruito e cambiato la storia della nostra musica d'autore come Giardini di marzo oppure Emozioni o Il Tempo di morire finora erano soltanto su dischi di vinile oppure su cd (l'altro giorno è uscito Master vol.2 edito da Sony, che adesso distribuisce anche il repertorio digitale). Tutti quei brani sono ascoltabili in streaming sugli smartphone, sui tablet, in auto, ovunque. «Tutti mi dicono: era ora» commenta Mogol che è in Umbria, al suo Cet, a metà pomeriggio di «una giornata uggiosa». È lui uno degli artefici della vittoria in una battaglia probabilmente unica nel mondo musicale, che il Giornale ha contribuito a lanciare e sempre supportato. Nel 2019 la quasi totalità di giovani e giovanissimi ascolta musica in streaming (ma con un netto incremento dell'utilizzo nella fascia 55-64 anni come rivela il Report Music Listening 2019 di Fimi) di Lucio Battisti c'erano solo pessime versioni, spesso «piratate». Risultato: una condanna all'estinzione. Oggi questo «gap» è stato colmato. «Quando abbiamo iniziato eravamo già in ritardo di dieci anni», dice Mogol. Per qualcuno il «Lucio digitale» potrebbe sembrare uno sgarbo alla volontà che la vedova ha più volte caparbiamente manifestato anche in via giudiziaria. Ma dischi come Anima latina oppure Emozioni sono troppo preziosi per essere coperte dalla polvere del passato. Le immagini e le raffinate costruzioni letterarie di Il mio canto libero o La luce dell'est, sono un decisivo contrappunto alla sconsolante povertà linguistica di molte canzoni in classifica. In fondo, come dice Mogol, «la cultura popolare di qualità è formativa specialmente per i giovani che magari non leggono ma ascoltano musica». Da oggi questa musica, quella di Battisti, sarà anche in streaming. Per il vocabolario digitale, diventa quindi «liquida».
Ma non si liquida, come vorrebbero i detrattori. Anzi. Il futuro di Lucio Battisti inizia oggi.Ps.: oggi è il 29 settembre, come il titolo del primo brano di grandissimo successo della coppia Battisti Mogol. Mai data fu più azzeccata.
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