L'Ue adesso sfida il governo: "Ci attacca? Si spara sui piedi"

Il commissario Ue per le migrazioni, Dimitri Avramopoulos, dopo il caso Diciotti: "I politici italiani devono mettere fine al gioco delle accuse, attaccare l'Ue significa spararsi nei piedi"

L'Ue adesso sfida il governo: "Ci attacca? Si spara sui piedi"

"I politici italiani devono mettere fine al gioco delle accuse, attaccare l'Ue significa spararsi nei piedi". Si rivolge così il commissario Ue alle Migrazioni, Dimitri Avramopoulos, al governo italiano. La sua intervista sembra, ovviamente, diretta a Matteo Salvini e Luigi di Maio. Entrambi, infatti, in questi convulsi giorni incentrati sulla vicenda Dicotti hanno rivolto dure parole all'Ue. Prima il grillino ha detto di non voler pagare i 20 miliardi di contibuti, poi il leghista ha confermato che l'Italia porrà il veto al bilancio europeo. In fondo, a ben vedere, alla riunione degli sherpa convocati dalla Commissione nessun Paese del Vecchio Continente si è proposto di aiutare il Belpaese a accogliere i migranti della Diciotti.

"Penso e spero sia stata solo una reazione politica dettata dall'istinto. La Commissione dice chiaramente no alle minacce, non sono accettabili", attacca ora Avramopoulos in una intervista a Repubblica. "Tutti i governi - aggiunge - sono legalmente tenuti a rispettare gli obblighi che derivano dalla membership all'Unione. Obblighi giuridici, politici e morali. Il gioco delle accuse non porta da nessuna parte, non possiamo andare avanti con rimedi ad hoc per ogni nave. Il fenomeno migratorio non si fermerà a breve e quindi dobbiamo gestirlo tutti insieme come un'unica famiglia europea poiché le soluzioni nazionali non portano a niente se non al mancato rispetto della Convenzione di Ginevra".

L'Ue continua a parlare di condivisione delle scelte sui migranti, nonostante quanto successo solo due giorni fa, con la porta sbattuta in faccia al Belpaese. "Alcuni responsabili di governo per ragioni di politica e consenso interno si comportano in modo poco responsabile mentre sui migranti è necessario andare avanti tutti insieme, oppure il progetto europeo è a rischio", dice Avramopoulos. "Non spetta alla Commissione dire dove vadano sbarcati, lo stabiliscono il diritto internazionale e la legge del mare, ma certamente bisogna trovare il modo di farli scendere subito a terra. Non sono nemici, non sono una minaccia per la sicurezza nazionale, sono solo persone vulnerabili e i governi hanno un imperativo umanitario ed etico da rispettare: bisogna sbarcarli e offrire loro assistenza e supporto".

Non mancheranno scontri con Salvini. "Conosciamo bene le posizioni del governo italiano - aggiunge il commissario Ue - credo che i politici del vostro Paese dovrebbero capire che in questo momento non siete soli, che l'Europa cerca di aiutarvi. Al contrario, chi attacca l'Unione si spara sui piedi". Per Avramopoulos "abbiamo già proposto una riforma del sistema di asilo e misure per coordinare gli sbarchi, ora tocca ai governi decidere ma dobbiamo restare uniti in quanto stiamo vivendo un momento critico per il futuro dell'Unione: abbiamo nelle nostre mani la salvaguardia del progetto europeo e i politici di tutti i Paesi, anche di quelli ai quali è chiesta solidarietà, devono essere responsabili altrimenti nei prossimi anni ne risponderanno di fronte ai cittadini.

In sostanza, l'Italia deve accettare di sbarcare e identificare i migranti, anche con l'aiuto finanziario della Commissione e il pieno sostegno di Easo (ufficio europeo di sostegno per l'asilo, ndr) e gli altri governi non devono lasciare Roma da sola, devono farsi carico dei richiedenti asilo".

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