L'Ue ci minaccia: rischiate la multa se non identificate i clandestini

L'Ue ci minaccia: rischiate la multa se non identificate i clandestini

L'Olanda declina ogni responsabilità sulle 43 persone da 15 giorni a bordo di una nave che batte la sua bandiera e fa sapere che non accoglierà nessuno. L'Unione europea invece si impegna a ricollocare i migranti tra gli Stati membri, ma bacchetta l'Italia e avverte che gli accordi arriveranno solo dopo che il ministro dell'Interno Matteo Salvini avrà consentito lo sbarco della Sea Watch a Lampedusa. Per la commissione Ue, che da giorni chiede di far approdare la nave, parla il commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos. Avverte Roma: «La soluzione per le persone a bordo è possibile solo una volta sbarcate. Per questo spero che l'Italia, in questo caso, contribuisca a una veloce soluzione per quanti sono a bordo». Bruxelles sta lavorando con gli Stati «per trovare una soluzione una volta sbarcati». Avramopulos ha poi ammonito l'Italia sulla minaccia di Salvini di non registrare più i migranti che entrano sul territorio come previsto dal trattato di Dublino, se l'Europa non si farà carico dei flussi migratori. Una mossa che impedirebbe ai Paesi in cui arrivano migranti dall'Italia di rimandarli indietro come accade ora per esempio da Germania e Francia. Il commissario gli ha ricordato che «senza registrazione dei migranti rischia una procedura d'infrazione».

Una battaglia che Salvini combatte isolato dagli altri Stati Ue. A partire dall'Olanda. Dopo un silenzio sulla Sea Watch durato due settimane, con il premier Conte che aveva scritto all'Aja chiedendo un intervento e un'assunzione di responsabilità - la nave è della ong tedesca ma batte bandiera olandese - ieri ha parlato la sottosegretaria responsabile per l'Immigrazione, Ankie Broekers-Knol. Per rispedire a Salvini le accuse e alzare un muro sull'accoglienza dei migranti che sono a bordo: «L'Olanda si assume la sua responsabilità in quanto Stato di bandiera ma questo non significa che si prenderà i migranti». Ricorda che la nave «aveva diverse opzioni per non andare in Sicilia, potevano tornare in Libia o in Tunisia, sono volutamente andati a Lampedusa, sapendo che lì ci sarebbe stato un problema. Abbiamo fatto del nostro meglio per trovare un altro porto, abbiamo sempre ricevuto dei rifiuti o delle non risposte. Adesso tocca agli italiani risolvere il problema, e so che per loro è un fastidio». All'ambasciatore italiano, Andrea Perugini, l'Olanda ha chiarito che non ne vuole sapere di questa vicenda. Nonostante le reiterate richieste della Sea Watch non è mai stato concesso un porto sicuro nel Paese. E ora viene declinata ogni responsabilità sulle persone: «Comprendiamo le preoccupazioni dell'Italia e riconosciamo i suoi sforzi nel frenare la migrazione incontrollata verso l'Ue. Il governo condivide le preoccupazioni riguardo alle azioni della Sea-Watch 3».

Una beffa per Salvini che aveva definito «un atto ostile» l'ingresso in acque italiane della nave. Ora è scontro: «Con l'Olanda apriamo una questione, perché se dà ragione a una sua nave dicendo che se ne frega dovremo comportarci di conseguenza. Con il governo olandese non finisce qui».

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