Sea Watch, la trappola dell'Ue "Fateli sbarcare o sanzioni"

L'Europa entra a gamba tesa sulla vicenda Sea Watch e di fatto chiede all'Italia di "fare presto"

Sea Watch, la trappola dell'Ue "Fateli sbarcare o sanzioni"

L'Unione Europea adesso mette nel mirino l'Italia e ci "ordina" in modo chiaro di far sbarcare i migranti della Sea Watch. La nave, come è noto, dopo aver forzato il "blocco" del Viminale, adesso è ferma davanti al porto di Lampedusa. La Commissione Ue in questo momento è "in contatto con diversi Stati membri per trovare una soluzione per il trasferimento dei migranti a bordo della Sea Watch 3, ma una soluzione sarà possibile solo dopo lo sbarco". Di fatto Bruxelles attende che venga data l'autorizzazione allo sbarco da parte dell'Italia. Ma su questo punto è muro contro muro col Viminale che ha detto chiaramente "no" ad un attracco della nave in un porto italiano, in questo caso quello di Lampedusa. Per questo motivo, Bruxelles chiede all’Italia "una soluzione rapida" della vicenda. "La Commissione è strettamente coinvolta nel coordinamento con gli Stati membri per trovare una soluzione per il trasferimento dei migranti a bordo del Sea Watch 3 una volta sbarcati -dice Avramopoulos - alcuni Stati membri dimostrano la volontà di partecipare a tali sforzi di solidarietà, ma una soluzione per le persone a bordo è possibile solo una volta sbarcati. Questo è il motivo per cui spero che l’Italia contribuirà a una rapida risoluzione delle persone a bordo. Allo stesso tempo, invito gli altri Stati membri a mostrare solidarietà", ha affermato il commissario europeo all’immigrazione, Dimitrsi Avramopoulos.

E ancora: "Continueremo a stare accanto all’Italia e tutti gli Stati membri sotto pressione - aggiunge il commissario Ue - è solo attraverso un approccio europeo congiunto, mano nella mano con i nostri partner esterni, che saremo in grado di trovare soluzioni reali". La posizione di Salvini però non si ammorbidisce: "L'Unione europea non sta facendo nulla e poi perseguita l'Italia per uno 0,1 di infrazione sul deficit, sul debito. Siamo il terzo Paese che paga di più, non scherziamo, non è che paghiamo l'Europa per farci richiamare e poi sull'immigrazione si voltano dall'altra parte". Lo scontro dunque resta aperto. E ad accenderlo ancora di più sono arrivate le parole della portavoce della Commissione, Natasha Bertaud: "Una legge europea precisa che ogni nuovo arrivo sul territorio europeo deve essere registrato e le impronte digitali devono essere registrate in Eurodac. Non ci sono eccezioni a questa regola.

La conseguenza sarebbero una procedura di infrazione, ma non siamo a questo stadio". Insomma Bruxelles punta a farci identificare i migranti di Sea Watch per poi lascirceli in Italia come prevede il trattato di Dublino. Un altro schiaffo a un Paese che da anni deve far fronte ai flussi migratori.

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