Roma Vendere canali Rai? Va bene quando sei all'opposizione ma una volta arrivato al potere la musica cambia. Con un'altra delle sue leggiadre piroette, in barba anche ad un minimo sindacale di coerenza, Luigi Di Maio annuncia che l'azienda televisiva pubblica resta tale. «L'idea di vendere due reti della Rai era nel programma del Movimento del 2009. - ricorda il vicepremier - Poi negli anni, soprattutto entrando in commissione di vigilanza, ci siamo resi conto che prima di qualsiasi progetto di privatizzazione, qualora lo si volesse fare, c'è bisogno di renderla competitiva, cioè di renderla un prodotto appetibile perché vendere la Rai così com'è oggi sarebbe una svendita».
Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, illustra il suo programma in un'intervista a Forbes. Spiega alla rivista che anche «i media convenzionali dovranno creare contenuti» commerciabili per «tutte le piattaforme digitali del mondo perché in Italia abbiamo un know how e un'esperienza che ci consentono di creare ottimi prodotti». Di Maio osserva che l'informazione sia televisiva che sulla carta stampata si sta spostando sul web e che oggi l'utente vuole il suo palinsesto personalizzato. Servizio che offre da tempo Netflix in un mercato che appare già saturo.
Di Maio ricorda che nel programma M5s del 2013 si insisteva per la vendita di almeno due delle reti Rai «ma oggi significherebbe svenderle», spiega.
Prima dunque occorre rendere la Rai competitiva liberandola dal gioco dei partiti. Peccato che nel contratto di governo giallo-verde non siano previste riforme strutturali per l'azienda pubblica e dunque probabilmente nulla cambierà anche con M5s.
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