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L'ultima follia radical chic: i diktat alla Meloni sui vestiti

Giorgia Meloni "si è vestita da uomo": così la coerenza della sinistra. Criticano il look del nuovo premier ma difendono lo smalto per gli uomini

L'ultima follia radical chic: i diktat alla Meloni sui vestiti

Dev'essere proprio frustrante per la sinistra non aver vinto le elezioni e vedere che a Palazzo Chigi c'è un'esponente del centrodestra, per giunta di Fratelli d'Italia, per di più donna. Un filotto indigesto per tanti, che arrivano a smentire se stessi pur di attaccare Giorgia Meloni. Sul programma di governo? No. Su come si è vestita nella tre giorni istituzionale che l'ha vista presentarsi venerdì e sabato al Quirinale per le consultazioni e il giuramento e domenica a Palazzo Chigi per la cerimonia della campanella.

Giorgia Meloni ha scelto completi eleganti e formali per i due passaggi più istituzionali del suo insediamento a Palazzo Chigi. Sabato ha indossato un tailleur nero con camicia nera e domenica un tailler nero con camicia bianca. Niente di esagerato, niente di eccentrico, ma un look consono all'occasione. Ma no. Alla sinistra radical chic non è andato bene, perché la Meloni si è "vestita da uomo". Parole testuali che si possono leggere in moltissimi post comparsi sui social in cui si fa addirittura la disamina psicologica sulla scelta del presidente.

E siamo al paradosso totale, se consideriamo che quelli che oggi attaccano Giorgia Meloni per aver optato, a loro dire, per un look maschile, sono gli stessi che difendono gli uomini con i tacchi e con lo smalto. Quindi la libertà di indossare quello che si vuole vale per tutti tranne che per la Meloni o, comunque, per una qualunque donna di destra? È tutta qui la follia dei radical chic. Per altro, chi oggi punta il dito contro la Meloni per aver essersi "vestita da uomo", forse non sa che per il giuramento ha indossato un completo disegnato da un tale chiamato Giorgio Armani, uno dei portabandiera dell'eccellenza italiana della moda nel mondo. E, probabilmente, non sa che il Maestro, come viene spesso chiamato, ha esordito sulle passerelle di Milano negli anni Settanta proprio con i tailleur pantalone da donna.

Certo, non si può sapere tutto, ma almeno le basi sarebbe utile conoscerle prima di lasciarsi andare a commenti e critiche pretestuose e tendenziose. E fa sorridere che ad attaccare la Meloni per il suo look "da uomo" ci siano anche le femministe, che la accusano di difendere il patriarcato perché si uniforma agli uomini e non impone la sua femminilità. Ma davvero? Quindi per le femministe una donna è tale solo se indossa il tacco 12? Ma questi non erano i concetti contro i quali le femministe, quelle vere, hanno lottato una vita?

Evviva Giorgia Meloni, invece, che non si sente meno donna indossando un tailler pantalone morbido e un paio di sneakers per attraversare il cortile d'onore di Palazzo Chigi e salire la scalinata in marmo, evitando in questo modo spiacevoli incidenti. Ed evviva la Meloni che, come molte donne, ha le scarpe di ricambio pronte all'uso per i momenti più formali. Che poi, basta vedere le foto della campagna elettorale o qualunque altra foto di Giorgia Meloni da quando ha iniziato a fare politica per capire che il presidente del Consiglio ha sempre privilegiato look comodi, mai trasandati ma sempre votati alla praticità. E a chi non piace, pazienza.

Giorgia Meloni è anche questo.

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