L'ultima idea di Prodi: un Ulivo anti Renzi con il partito di Saviano

Il Prof vuole arruolare lo scrittore che sogna la politica. Con più sbarchi e droghe libere

L'ultima idea di Prodi: un Ulivo anti Renzi con il partito di Saviano

L'idea stuzzica Romano Prodi. Dopo aver sondato il terreno con il magistrato Raffaele Cantone, presidente dall'Autorità nazionale Anticorruzione, che sembra proiettato verso una candidatura a sindaco di Napoli, il professore punta su Roberto Saviano per il ruolo di portabandiera di una lista ulivista che possa contendere al Pd di Matteo Renzi la leadership nel centrosinistra. Il corteggiamento pare abbia sortito il primo effetto: il battesimo ci sarà nella convention di Roma (28 e 29 ottobre) dove si ritroveranno i potenziali padri fondatori del nuovo Ulivo: da Enrico Letta a Giuliano Pisapia. Passando per Emma Bonino e Carlo Calenda. Per la prima volta, Saviano prenderà la parola in una manifestazione che ha una precisa missione politica: ribaltare gli assetti nel centrosinistra.

Lo scrittore napoletano esce allo scoperto, svestendo i panni dell'intellettuale per indossare la casacca di leader politico alla testa di un movimento di sinistra. Il contenitore che l'ex presidente del Consiglio Prodi vuole consegnare nelle mani di Saviano è una galassia variegata di sigle che mette insieme ex montiani, come il ministro dello Sviluppo economico Calenda, ma anche socialisti e radicali. Una forza con una forte vocazione europeista che sostiene la linea degli sbarchi incontrollati e che non nasconde i legami con il magnate americano di origini ungheresi George Soros, sponsor delle Ong. E Saviano? Che in passato ha declinato l'offerta di una candidatura al Parlamento sia da Fausto Bertinotti nelle file di Rifondazione Comunista che da Walter Veltroni nelle truppe democratiche? Stavolta potrebbe cedere, accettando il ruolo di portavoce nazionale del pensiero prodiano.

Tra i promotori del nuovo Ulivo c'è chi va oltre, provando a ipotizzare una candidatura di Saviano, e non di Giuliano Pisapia, in una eventuale sfida alle primarie contro Matteo Renzi. Non è un caso che un sondaggio de Il Fatto Quotidiano, effettuato nel mese di giugno, abbia assegnato allo scrittore un gradimento pari al 72% nell'elettorato di sinistra. L'autore di Gomorra avrebbe un consenso maggiore rispetto a figure di primo piano del panorama post-comunista come Pisapia e Landini. E anche Saviano, dopo i rifiuti degli anni scorsi, pare voglia riflettere sull'ipotesi di abbandonare la realtà virtuale di tv e social per sporcarsi le mani sul campo.

Il primo approccio è stato il M5s, ma con Beppe Grillo non c'è stato un grande feeling. La recente provocazione di una candidatura contro Luigi di Maio per la leadership dei grillini ha incrinato definitivamente il rapporto. Il ritorno in tv da Fabio Fazio (e lo scambio di insulti con il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, finito a carte bollate) è il primo indizio della volontà di Saviano di ritagliarsi uno spazio sul palcoscenico politico.

A Roma, a fine ottobre, il nuovo ideologo del Prodi pensiero illustrerà il suo programma, fatto di tre punti: immigrazione libera, sostegno e aiuti economici alle Ong e liberalizzazione delle droghe leggere. Tre temi su cui lo scrittore napoletano ha ingaggiato da tempo una battaglia virtuale che ora proverà a trasferire in Parlamento. E non più nei panni di intellettuale radical chic ma di attore protagonista.

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