Il governo giallorosso ha recentemente pubblicato una guida nuova di zecca contenente le istruzioni sui corretti termini da utilizzare nei documenti pubblici della Pubblica amministrazione.
Altro che esecutivo bloccato dai dissidi interni tra renziani di Italia Viva e grillini. Come racconta il quotidiano La Verità l'esecutivo ha partorito una Guida al linguaggio della Pubblica amministrazione. L'obiettivo del testo è quello di migliorare i termini presenti sui documenti ufficiali della Pa, a quanto pare – a detta dell'esecutivo – fin troppo razzisti e sessisti.
Il compito è quello di “favorire il buon uso della lingua italiana nella comunicazione con i cittadini” e archiviare, una volta per tutte, il burocratese. Se quest'ultimo aspetto appare quanto mai proficuo, non si capisce il senso di aggiungere anche un lato buonista e decisamente privo di ogni utilità.
In altre parole, i curatori dei contenuti dei siti o dei servizi digitali pubblici devono seguire le indicazioni del documento. Ecco un esempio: “Declina i termini al femminile quando la persona che ricopre l' incarico è donna, tranne quando i termini sono adatti sia al maschile che al femminile (es. presidente)”. Se un ministro è donna, bisogna scrivere “ministra”, e lo stesso vale per “a sindaca, la architetta, la giudice, la ambasciatrice, la presidente, la dirigente”.
Identità culturale e altre indicazioni
Vale la pena spendere due parole su un paragrafo particolare riguardante l'”identità culturale”. L'indicazione va in questa direzione: “Usa i termini più appropriati per distinguere correttamente tra persone richiedenti asilo politico, rifugiati, migranti irregolari. Evita ogni forma di generalizzazione legata a origine, etnia, religione e cultura”. Anche qui viene offerto un pratico esempio su come scrivere correttamente: “Nella notte sono sbarcate circa 30 persone". Non usare: "Nella notte sono sbarcati circa 30 clandestini"”.
Tra gli altri consigli offerti, il testo raccomanda i lettori di usare un “linguaggio inclusivo” orientato verso le persone “a prescindere dal genere, l' orientamento sessuale, la nazionalità o le origini, la religione o altre caratteristiche fisiche o psicologiche”. Non solo: “Quando crei contenuti (per es. immagini o testi) che riguardano le persone, evita di banalizzare la complessità e non usare stereotipi. Quando fornisci degli esempi a un testo, evita di preferire un genere a un altro”.
L'ultima
chicca riguarda un suggerimento a dir poco bizzarro. Guai a usare la dicitura “il presidente di Acme, Mario Rossi” in quanto “il presidente di una società non è sempre solo un uomo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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