New York. Alla conferenza sulla sicurezza di Monaco l'Occidente e i ministri del G7 si mostrano compatti sulla crisi Ucraina, e lanciano un messaggio a Mosca: se attacca, le conseguenze saranno gravissime. «Siamo a un momento decisivo nella storia», ha avvertito la vice presidente americana Kamala Harris al vertice in Baviera, ribadendo che «mai dopo la fine della guerra fredda la conferenza si è riunita in circostanze così terribili». «Le fondamenta della sicurezza europea sono minacciate direttamente in Ucraina», ma l'Occidente ha «forza attraverso l'unità» e un'invasione porterebbe probabilmente a una presenza dell'Alleanza ancora più importante nell'est Europa, alle porte della Russia. «Anche nel momento più difficile noi e l'Ue stiamo dimostrando la nostra unità», ha proseguito la numero due di Joe Biden, ribadendo la compattezza dei paesi Nato. «Voglio essere chiara, posso dire con assoluta certezza che se la Russia invaderà, gli Stati Uniti, insieme ad alleati e partner, imporranno costi economici significativi e senza precedenti», ha continuato Harris, che a margine della conferenza ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a cui ha detto: «Prendiamo seriamente ogni minaccia al vostro Paese, gli Usa stanno con l'Ucraina». Il leader di Kiev ha sottolineato che il suo paese è «lo scudo dell'Europa» contro l'esercito russo: «Noi difenderemo la nostra nazione con o senza partner - ha assicurato -. Tutti devono capire che non stiamo chiedendo una donazione. Si tratta del vostro contributo alla sicurezza europea e internazionale». Sul fronte delle sanzioni, invece, si è detto convinto che andrebbero rese note ora, senza aspettare una eventuale operazione militare di Mosca. «Se mi dicono che l'attacco ci sarà al 100 per cento io chiedo: perché aspettare? Siano disposte subito. A cosa servono le sanzioni dopo i bombardamenti e dopo l'occupazione?», ha affermato Zelensky, chiarendo che «non si tratta di imporle subito», ma la pubblicazione potrebbe già esserci. Il presidente ucraino ha proposto di vedersi con l'omologo russo Vladimir Putin: «Non so cosa voglia, ecco perché suggerisco di incontrarci». Ma Zelensky vuole anche «un calendario chiaro e realizzabile» per l'adesione alla Nato. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, tuttavia, ha chiarito che l'ingresso dell'Ucraina nell'Alleanza «non è in agenda e non lo sarà».
Nel frattempo il premier britannico Boris Johnson ha spiegato che «gli alleati devono parlare con una sola voce nel ribadire a Putin il prezzo alto che pagherà per ogni ulteriore invasione dell'Ucraina». «Abbiamo bisogno di solidarietà occidentale per evitare spargimenti di sangue non necessari. La diplomazia può ancora avere la meglio», ha aggiunto, pur ammettendo che «questo momento è molto pericoloso per il mondo». «Non dobbiamo sottovalutare il rischio», che si corre attualmente in Ucraina, ecco perché «dobbiamo essere saldamente insieme». In caso di attacco, però, «le sanzioni devono essere il più dure possibile».
A Monaco è arrivato anche il titolare della Farnesina Luigi Di Maio, che a margine ha incontrato il segretario di Stato americano Antony Blinken. Alla riunione del G7 Esteri «ho aggiornato i miei colleghi su quanto discusso con i colleghi Kuleba e Lavrov nelle mie missioni a Kiev e Mosca. Entrambi hanno confermato di voler trovare una soluzione diplomatica», ha poi scritto Di Maio su Facebook, sottolineando che «questa è la strada maestra da seguire, non ci sono alternative».
I ministri degli Esteri del G7, nel documento finale, hanno chiesto a Mosca di «scegliere la via della diplomazia, ritirare in modo sostanziale le forze militari dai confini dell'Ucraina e rispettare pienamente gli impegni internazionali». Avvertendo che «qualsiasi ulteriore aggressione militare contro l'Ucraina avrà enormi conseguenze, comprese sanzioni finanziarie ed economiche coordinate su un'ampia gamma di obiettivi settoriali e individuali».
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