Economia

L'ultimo dei mohicani difende il reddito inutile e dannoso

L'ultimo dei mohicani difende il reddito inutile e dannoso

di Carlo Lottieri

Presentando a Montecitorio il XX Rapporto annuale dell'istituto, il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, ha difeso ancora una volta il reddito di cittadinanza. Egli si è schierato a favore di tale misura ammettendo che essa è inadeguata nella lotta alla disoccupazione, ma sottolineando che il suo obiettivo consisterebbe nel contrastare la miseria. Non è insomma di un investimento capace di rendere dinamica l'economia e accrescere il numero delle famiglie finanziariamente autonome, dato che «la misura è stata un'ancora di salvataggio, uno strumento di inclusione sociale prima di tutto, una leva contro la regressione nella povertà assoluta». C'è da chiedersi se abbia ancora senso, specie dopo la devastazione del Covid-19, difendere tali posizioni: tanto più che nella stessa sinistra sono numerosi quanti hanno contestato di tale politica redistributiva. Critiche molto dure nei riguardi del reddito di cittadinanza sono venute non soltanto da taluni marxisti, ma anche da economisti di una sinistra più moderata e vicina all'esecutivo guidato da Mario Draghi. Già nel marzo 2018, in effetti, Marco Leonardi che ora dirige il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica parlava della misura dei Cinquestelle come di «un forte disincentivo al lavoro».

È giusto quindi prendere atto che la stagione del primo governo Conte è da archiviarsi: ha prodotto enormi sprechi, ha aggravato lo stato dei conti pubblici, ha tolto opportunità proprio ai ceti più deboli. Misure come Quota 100 (che per lo stesso Tridico non è stata «uno stimolo a maggiori assunzioni») e, soprattutto, come il reddito di cittadinanza vanno abbandonate se si vuole tornare a credere nella capacità del Paese di crescere e produrre. Per giunta, il reddito fu adottato soprattutto per allargare il consenso di un movimento che nel frattempo ha dimezzato i voti e soprattutto è segnato da fortissime tensioni interne.

Indifendibile sul piano teorico e politicamente sempre più debole, la misura che avrebbe dovuto cancellare la povertà appartiene ormai a un'epoca finita, che vale la pena di lasciarsi alle spalle. È comprensibile che Tridico, voluto dai grillini nel marzo del 2019, continui a difendere la trincea costruita da quanti gli hanno dato quell'incarico. Gli altri devono, però, comprendere quanto sia irresponsabile tenere in vita una misura economicamente disastrosa e culturalmente ancor più devastante.

Nella sua analisi Tridico ha pure sottolineato quanto siano difficili le prospettive demografiche dell'Italia e come tutto questo abbia implicazioni per l'economia e il lavoro, ma non è con mancette di Stato finalizzate alla mera sopravvivenza che torneremo a fare figli e a guardare con fiducia al futuro.

C'è invece bisogno di uno spirito diverso e di un'altra voglia di fare e intraprendere.

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