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L'ultimo diversivo di Renzi: 80 euro anche ai pensionati

Il premier assume l'interim allo Sviluppo, poi annuncia l'ennesima mancia. La Boschi: "Dai magistrati solo per dieci minuti". Ma la fronda Pd trama

L'ultimo diversivo di Renzi: 80 euro anche ai pensionati

All'assedio, esterno ed interno, il governo Renzi risponde proseguendo l'offensiva mediatica. E se Maria Elena Boschi sceglie la tribuna classica di Porta a Porta, il premier opta per la più congeniale disintermediazione e risponde per un'ora, in diretta su Facebook e Twitter, alle domande del pubblico. Augurandosi senza giri di parole che il referendum no-triv «fallisca» e lanciando anche una nuova edizione degli 80 euro, stavolta per i pensionati: «C'è allo studio l'ipotesi di allargare gli 80 euro non solo ai 10 milioni di italiani che prendono meno di 1.500 euro o a chi serve con una uniforme il nostro Paese. Ma anche quello di darli, in prospettiva, a chi prende la pensione minima. Vedremo se saremo in grado di farlo». Ipotesi allo studio, dice Renzi. Ma le opposizioni subito bollano la sua uscita come spot elettorale: «Renzi vende tappeti anche su social. Irresponsabile. Pensi a manovra da 40-50 miliardi che dovrà fare in autunno», tuona subito da Forza Italia Renato Brunetta. Il premier gioca d'anticipo per parare le critiche: «Gli 80 euro sono stati una marchetta? Chi lo dice insulta gli italiani, pensando che si facciano abbindolare». Il premier, che ieri ha assunto l'interim del ministero della Guidi, spiega che «nei prossimi giorni» sceglierà il nuovo ministro. Quanto all'inchiesta di Potenza, non replica agli attacchi dell'Anm lucana («Dal premier parole inopportune») e si limita a ribadire: «Non accuso i magistrati, li incoraggio a lavorare più in fretta e a parlare con le proprie sentenze. Accuso un sistema che non funziona. Se poi è un reato sbloccare opere ferme da anni, sono colpevole». Sulla stessa linea la Boschi, che spiega di essere stata lei a invitare i magistrati: «Sono stata citata per il mio ruolo, visto che è il mio lavoro verificare glie emendamenti. Quando domenica ho letto sui giornali che volevano sentirmi sono stata io a chiamarli», spiega, sottolineando che il colloquio coi pm «è durato in tutto una decina di minuti» (il resto del tempo i magistrati potentini lo hanno impiegato a far funzionare il computer, pare). Nel Pd intanto la minoranza prova a cavalcare l'onda giudiziaria per indebolire il premier. Non a caso, subito dopo l'affondo di Gianni Cuperlo contro Renzi nella direzione di lunedì, rispunta Massimo D'Alema: «Renzi è un uomo che divide, che lacera», annuncia. «Sembra essere più interessato a combattere il suo mondo che non i suoi avversari e questo per un leader della sinistra è un peccato capitale perché poi alle elezioni si perde, mica si vince». Che è esattamente quel che la minoranza Pd spera: una sconfitta alle amministrative (magari preceduta da un successo del referendum no-triv) che - coniugandosi con l'offensiva giudiziaria - riesca a scalzare o almeno ad indebolire il premier prima del fatidico referendum costituzionale di ottobre.

Che per Renzi - e per i suoi nemici - è il terreno della battaglia finale.

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