L'ultimo mistero del broker Bochicchio. Scomparso il suo Dna, test al fratello

L'esame per identificare il corpo carbonizzato in un incidente in moto. Ma nel database nazionale non si trova il campione

L'ultimo mistero del broker Bochicchio. Scomparso il suo Dna, test al fratello

Troppe casualità insieme sono inverosimili da credere. Non fanno altro che infittire il mistero già intricato della morte di Massimo Bochicchio, il broker accusato di aver truffato decine di vip.

Già pensare che possa essere rimasto ucciso per una tragica fatalità proprio il giorno prima del processo che lo vedeva imputato per riciclaggio e attività finanziaria abusiva destava più di qualche sospetto. Ma il giallo si infittisce ancora. Per capire se era davvero è Bochicchio quel cadavere carbonizzato in sella alla Bmw, che il 19 giugno aveva finito la sua corsa schiantandosi contro il muro dell'aeroporto dell'Urbe e prendendo fuoco, era necessaria la comparazione del Dna.

Dna prelevato dagli organi della vittima carbonizzata e irriconoscibile al momento dell'autopsia, che Paola Grammatico, genetista dell'Università La Sapienza, su incarico della Procura avrebbe dovuto comparare in questi giorni con un campione di Bochicchio. Campione che avrebbe dovuto essere custodito nella Banca dati nazionale del dna, presso la direzione centrale della Polizia Criminale del dipartimento della Pubblica Sicurezza, da quando il broker venne arrestato dall'Interpol l'8 luglio 2021 all'aeroporto di Giacarta, dopo una latitanza tra Hong Kong e Singapore, per riciclaggio internazionale, sulla base di un'inchiesta della Procura di Milano e poi venne estradato nel nostro paese.

Invece adesso si scopre che quel campione lì non c'è e non è utilizzabile per la comparazione. Per correre ai ripari la dottoressa Grammatico è stata costretta a prelevare il dna del fratello del broker, Tommaso Bochicchio. Saranno quindi necessarie altre settimane di attesa prima di sapere se il cadavere rinvenuto sulla Salaria è realmente quello che era conosciut come il «Madoff dell'Aniene».

Molti dei truffati, però, non ci credono e dubitano sul fatto che il trader sia morto. Trentaquattro vittime accertate, tra cui personaggi del mondo dello sport, cultura e spettacolo e 19 milioni spariti nel nulla, del resto, bastano a sottolineare le capacità di Bochicchio come illusionista, capace di incantare i suoi clienti. Ma soprattutto se fosse lui davvero quel cadavere sulla Salaria, come lascerebbe credere quel braccialetto elettronico che aveva sulla caviglia, come è sopraggiunta la morte?

Ha perso il controllo della moto per un ictus, un malore, un calo glicemico legato al fatto che Bochicchio era diabetico da sempre? Nessuno crede all'ipotesi di suicidio, anche se l'inchiesta della Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti proprio ipotizzando il reato di istigazione al suicidio.

C'è addirittura chi crede, tra quanti hanno avuto a che fare con lui, che sia stato ucciso dalla «brutta, brutta gente» di cui parlava la moglie e chi pensa che si sia volatilizzato, quasi fosse un fantasma, portando con sè il tesoro che aveva sottratto ai suoi clienti.

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