L'ultimo paradosso Nazionale. Spalletti annuncia il suo esonero

Clamoroso: l'allenatore e non Gravina comunica la decisione di cambiare il ct. "Io tradito?", e se ne va commosso. Ma stasera sarà comunque in panchina

L'ultimo paradosso Nazionale. Spalletti annuncia il suo esonero
00:00 00:00

Prim'ancora di perdere il prossimo e terzo mondiale consecutivo, abbiamo perso già la Nazionale varata meno di due anni fa, settembre del '23, al culmine della fuga di Roberto Mancini in Arabia. A seguito del disastro azzurro di Oslo, 3 a 0 sulla schiena e girone di qualificazione in ripidissima salita, Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha esonerato il ct Spalletti a 24 ore dalla sfida con la Moldavia e invece di comunicarlo direttamente ieri mattina a Parma, durante un lungo intervento al festival della Lega di serie A, ha lasciato l'ingrato compito allo stesso ct che ha fornito la notizia del giorno durante la conferenza stampa di ieri pomeriggio a Coverciano. Mai successo prima!

«Ieri sera il presidente mi ha comunicato che sarò sollevato dall'incarico, con la Moldavia andrò in panchina, poi tratterò la risoluzione del contratto» l'annuncio clamoroso firmato da Spalletti che ha avuto l'effetto di un autentico terremoto in casa Italia. Stasera, a Reggio Emilia, ecco il diabolico paradosso, la Nazionale sarà guidata da un ct esonerato e a fine mandato: una preparazione alla sfida che può incidere sulla qualificazione (bisognerebbe fare un gol in più dei norvegesi, quindi 6 a 0; ndr) senza precedenti e con gravissime responsabilità di comunicazione, organizzative della federcalcio.

Spalletti si è presentato davanti ai microfoni con la faccia della sconfitta e non ha sventolato scuse. «Non avevo intenzione di mollare, ho vissuto l'incarico come un servizio alla patria» la puntualizzazione. Anzi si è lasciato guidare da un pizzico di autocritica: «Non ho tirato fuori il meglio, sono dispiaciuto da me stesso per i risultati ottenuti». Ha teso una mano al suo sostituto (Ranieri il primo della lista di Gravina, poi Pioli; ndr): «Vincere e convincere con la Moldavia sarà il massimo per chi mi sostituirà, lo dico senza invidia né gelosie. Ero e sono ancora convinto che andremo al Mondiale, so di aver creato problemi al movimento». Non ha nemmeno puntato il dito contro la critica che lo ha scorticato vivo dopo Oslo: «Siete stati fin troppo comprensivi» il riconoscimento. Luciano Spalletti ha affilato la lama solo in occasione della resa dei conti con parte del suo gruppo (quello di marca interista; ndr). «Ho lisciato fin troppo il pelo a qualcuno dopo gli scarsi risultati dell'Europeo» e qui il riferimento al mini-blocco interista è parso evidente. Seguito dalla fotografia della disfatta in Norvegia: «Abbiamo giocatori che sono arrivati logori, col fiato lungo». Poi la stoccata: «Le partite si vincono col gioco non con il nome, il taglio di capelli e le segate che a volte si dicono». L'ultimo duello rusticano tra lui e Acerbi ha lasciato una cicatrice vistosa! Il congedo è stato da libro Cuore. Gli hanno chiesto: «Luciano, ti sei sentito tradito?». Non ha risposto il ct e visibilmente commosso ha mollato la conferenza stampa. Su un paio di argomenti, Gravina e Spalletti sono apparsi in perfetta sintonia nell'analisi di sabato sera: la stanchezza tradita e la preparazione ridotta a poche ore. «I giocatori sono arrivati stremati, si può perdere con la Norvegia che è una corazzata ma non così, è inaccettabile» la chiave di lettura del presidente federale che ha provato a nascondere l'epilogo già deciso della vicenda spiegando «non posso dire se Luciano non molla». È invece sicurissimo sull'intenzione di non presentare le dimissioni. «Perché sarebbe peggio. Io non mollo, vado avanti», la risposta alla richiesta di seguire la stessa traiettoria di Spalletti. Su un punto ha citato fatti concreti.

«Con le giovanili abbiamo raggiunto traguardi storici: c'è il talento ma serve più coraggio, due anni fa Yamal non era Yamal». E Ranieri? «Non è il momento di fare nomi» la chiusura di Gravina. Già, meglio qualche riforma radicale del sistema.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica