L'ultimo pasticcio sullo sport. "Mascherine a chi passeggia"

Circolare del Viminale per precisare la differenza tra sport e attività motoria. Chi cammina deve indossarla

L'ultimo pasticcio sullo sport. "Mascherine a chi passeggia"

A un certo punto della fase uno della pandemia era stato uno dei temi forti: fare sport all'aperto era consentito o no? La mascherina andava usata, solo portata, o si poteva lasciare a casa? Temi su cui l'Italia divanata si accalorava.

Chi scrive è un runner abituale e ha testimonianza diretta di come correre all'aperto fosse diventata un'attività borderline, quasi a rischio. Mi capitò per le strade del mio quartiere milanese (NoLo) di essere affiancato da una vettura il cui conducente tirò giù il finestrino e impiegò parecchi secondi (e pochissimi giri di parole) per spiegarmi per filo e per segno come ritenesse estremamente sbagliato il fatto che io corressi per strada. Ovviamente il tono non fu esattamente questo. In un altro caso vidi atterrare a pochi centimetri da me un'infradito che qualcuno mi aveva lanciato da una finestra per manifestare plasticamente (è proprio il caso) diciamo così la sua disapprovazione nei miei confronti. Al punto che a un certo punto decisi di iniziare a correre dentro casa, spostando qualche mobile e devastandomi la psiche e le articolazioni.

Ora la situazione rischia di ripetersi: il governo fa sapere, con una circolare inviata dal capo di gabinetto del ministero dell'Interno Bruno Frattasi a tutti i prefetti, che nel giro di vite conseguente al nuovo aumento dei contagi, sarà richiesto l'uso della mascherina anche per chi svolge attività motoria, mentre resteranno esentati coloro che faranno vera e propria attività sportiva. Insomma, quello che accadeva a marzo e ad aprile. Con la sola differenza che allora anche l'attività sportiva era sottoposta a vincoli piuttosto stringenti, come ad esempio restare nel corso dell'allenamento sempre nei dintorni di casa. Ma ad annusare l'aria che tira non c'è che da attendere perché tornino anche i runner del circondario.

Il problema però non è questo. Il problema è che non è sempre possibile distinguere tra attività sportiva e attività motoria. Chi corre sta certamente facendo sport. E chi passeggia magari con il cane sta certamente facendo solo del moto. Ma c'è chi cammina velocemente. Chi fa nordic walking, quell'attività che si fa usando i bastoncini. E se uno alterna i due passi, deve togliere e mettere la mascherina? E se un corridore si ferma perché in affanno, deve indossare la mascherina proprio nel momento in cui ha difficoltà di respirazione? E andare in bicicletta come va considerato? Finirà che gli agenti, chiamati a far rispettare le regole, dovranno improvvisarsi insegnanti di educazione fisica, distinguendo l'intensità dello sforzo prima di elevare una contravvenzione o quanto meno un rimbrotto.

Insomma, il 2020 passerà alla storia, oltre che per tanti sconcertanti accadimenti, anche come l'annus horribilis degli sportivi. Nuove restrizioni sono molto temute dagli amanti del fitness, come la nuova serrata delle palestre, tra le prime attività a essere chiuse e tra le ultime a essere riaperte nella primavera scorsa.

E anche la circolare succitata sottolinea come il decreto legge 125 consente alle Regioni di introdurre misure derogatorie rispetto a quelle previste a livello nazionale, nelle more dell'adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Misure che possono essere solo ulteriormente restrittive, mentre eventuali allargamenti locali delle maglie potranno essere autorizzati solo di concerto con il ministro della Salute.

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