Sergio Mattarella oggi è atteso a Siena dove parteciperà al congresso dell'Associazione Nazionale Magistrati. Il presidente della Repubblica arriva nella città del Palio nel bel mezzo del polverone alzato dai renziani sul vertice di Bankitalia. Ma anche alla vigilia di un appuntamento importante per quella che un tempo era la banca dei senesi: il ritorno in Piazza Affari del titolo Mps.
L'ultima seduta era stata chiusa il 22 dicembre 2016 con un calo del 7,48% a 15 euro. Poi, lo stop agli scambi con la sospensione imposta dalla Consob dopo il fallito tentativo di ricapitalizzare la banca con 5 miliardi sul mercato. Dopo dieci mesi l'istituto potrebbe essere «scongelato» dal garante della Borsa e tornare sul listino milanese. Salvo sorprese dell'ultima ora, infatti, oggi la stessa Consob dovrebbe dare il via libera al prospetto informativo sulla ri-quotazione che quindi potrebbe scattare già lunedì 23 e che somiglia molto a un vero e proprio collocamento. I connotati della banca senese sono infatti stati stravolti dal quel 22 dicembre. In Borsa approda il nuovo Monte di Stato con un capitale sociale di circa 15,7 miliardi suddiviso in 1,14 miliardi di azioni ordinarie. Gli unici azionisti con quote superiori al 3% sono il ministero del Tesoro con il 52,184%, le Generali con il 4,3% e la stessa Mps con azioni proprie pari al 3,1%.
Ma quanto varrà il titolo Mps? Molto meno dei 15 euro del 2016. Anche perchè con l'emissione di nuove azioni per la ricapitalizzazione precauzionale (da 8 miliardi) da parte dello Stato che ha evitato il bail-in, una forte diluizione dei vecchi azionisti era inevitabile: le loro vecchie azioni peseranno in tutto circa il 2,6% del capitale. L'attesa, alla luce delle valutazioni dei bond subordinati nei mercati non regolamentati (il cosiddetto mercato griglio degli investitori), è che le azioni Mps inizino a scambiare attorno ai 4,3 euro, sui livelli di banche di seconda fascia come Bper e Banco Bpm, per una capitalizzazione di circa 4,9 miliardi. Un prezzo lontano dai 8,65 euro a cui sono state sottoscritte dagli obbligazionisti coinvolti nella conversione in azioni dei bond subordinati (burden sharing) e anche dai 6,49 euro pagati dal Tesoro che avrebbe una minusvalenza teorica oltre 2 miliardi.
Il passo successivo al ritorno in Piazza Affari, infatti, sarà il ristoro degli ex detentori di obbligazioni subordinate retail, i quali, in ottemperanza alle regole del burden sharing, hanno dovuto convertire i propri bond in azioni di pari valore. Questi nuovi soci potranno scambiare nuovamente i propri titoli con bond senior di Mps in mano al Tesoro. Se tutti gli interessati aderissero all'offerta (aperta solo ai risparmiatori che avevano acquistato un Upper Tier 2008-2018 allo sportello prima del 31 dicembre 2015), le nuove azioni incassate porterebbero il Tesoro a un passo dal 70% della banca.
Da Rocca Salimbeni è stato però precisato che Mps e il ministero dell'Economia «non possono incrementare» il valore massimo dell'offerta di scambio «altrimenti violerebbero il budget degli aiuti di Stato approvato dalla Commissione Europea».L'indennizzo di 1,5 miliardi di bond senior per gli obbligazionisti subordinati potrebbero dunque non bastare per sostituire tutte le azioni con obbligazioni sicure.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.