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La lunga molestia di Conte a Draghi. Via all'incontro che deve salvare la faccia ai grillini

Oggi è il giorno del chiarimento tra il premier Mario Draghi e il leader del M5S Giuseppe Conte. La lunga molestia grillina ha centrato l'obiettivo: il faccia a faccia ci sarà

La lunga molestia di Conte a Draghi. Via all'incontro che deve salvare la faccia ai grillini

Oggi è il giorno del chiarimento tra il premier Mario Draghi e il leader del M5S Giuseppe Conte. La lunga molestia grillina ha centrato l'obiettivo: il faccia a faccia ci sarà. Ma l'agenda Draghi non cambia di una virgola. Il «martello quotidiano» porta a casa una vittoria di Pirro. Anche se i falchi contiani non mollano la presa e spingono per l'addio all'esecutivo. Il premier, nelle ultime due settimane, è stato sottoposto a una «persecuzione politica» senza tregua: minacce, telefonate, richieste di incontri, avvertimenti.

Una lunga molestia che ha solo aumentato la tensione in maggioranza. Il capo del governo, pressato dai Cinque stelle, ha rischiato addirittura di esporre l'Italia a una figuraccia internazionale quando è stato obbligato a defilarsi dal vertice europeo per la telefonata con Conte di chiarimento, dopo l'intervista al Fatto Quotidiano di Domenico De Masi. Nell'intervista il sociologo, amico di Grillo, aveva svelato la richiesta di Draghi (al comico) di rimuovere Conte dalla guida del Movimento. Ancora al vertice europeo, il premier ha dovuto rispondere alle domande sulla lite con Conte.

L'ultima accusa contro l'inquilino di Palazzo Chigi che arriva dal cerchio dei molestatori grillini è che vi sia la regia di Draghi dietro l'addio del ministro degli Esteri Luigi di Maio al Movimento.

È un susseguirsi di provocazioni e pressioni. Ieri mattina il Fatto Quotidiano anticipa le richieste del Movimento alla vigilia del tanto atteso colloquio tra Conte e Draghi: salario minimo, conferma Reddito di cittadinanza, no inceneritore, no armi. Quattro richieste, accompagnate dalla minaccia di dire addio alla maggioranza. Draghi sbotta e a metà pomeriggio fa filtrare: «L'agenda di governo è quella e certo non cambia in relazione a un incontro. C'è ascolto e massima attenzione ai temi del Movimento come a quelli di altre forze politiche, ma l'agenda resta la stessa e le sfide che attendono il governo non possono essere eluse, anche alla luce del Pnrr».

La strategia dei «molestatori contiani» non cambia. Ettore Licheri, senatore dei Cinque stelle, avverte: «Attenzione però a non scambiare la lealtà per mollezza. La nostra lealtà guarda ai cittadini, alle imprese, alle famiglie, ai disoccupati. Guai a sottovalutare Conte, guai a sottovalutare i 5 stelle. Chi lo ha fatto nel passato se ne è pentito dolorosamente».

Luigi Gallo, deputato del Movimento, getta altra benzina sul fuoco: «Se il premier ribadisce che non c'è Governo senza i Cinque Stelle, significa che il M5S è fondamentale per l'azione del Governo e allora lo sono anche le sue misure. Serve un'azione più incisiva verso le Regioni che non procedono con le assunzioni nei Centri per l'Impiego, verso le forze politiche di questo governo che ostacolano il Reddito di cittadinanza, perché non fanno un danno al M5S ma ai cittadini e alle imprese. Contro il M5S in questo momento c'è una morsa a tenaglia a causa delle battaglie che stiamo conducendo a vantaggio di cittadini che non hanno lobby che li difendano. Ci sono forze politiche che vogliono indebolire il M5S. La possibile intromissione di Draghi nella nostra vita politica lancia un'ombra anche sul Presidente del Consiglio».

Conte alle 13 riunisce il Consiglio nazionale del Movimento prima dell'incontro con Draghi a Palazzo Chigi fissato alle 16.30. L'avvocato di Volturara Appula prepara l'affondo finale. Tra falchi e colombe la maggioranza tifa per lo strappo. Il faccia a faccia di Palazzo Chigi non cambierà la linea dell'esecutivo.

Però avrà salvato la faccia dell'ex premier Conte.

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