M5S, Emanuele Dessì rinuncia alla candidatura

Emanuele Dessì rinuncia a candidarsi dopo la bufera sull'affitto a poco più di 7 euro che paga per la casa popolare

M5S, Emanuele Dessì rinuncia alla candidatura

Dopo la bufera, il passo indietro. Emanuele Dessì, il grillino con la casa popolare a soli 7,7 euro, ha deciso di rinunciare alla candidatura al Senato per le prossime elezioni politiche del 4 marzo.

Ad annunciarlo su Facebook è, Luigi Di Maio: "In questi giorni tutti i giornali e i tg nazionali hanno parlato del candidato del MoVimento 5 Stelle nel Lazio Emanuele Dessì", scrive il capo politico del Movimento Cinque Stelle, "Mentre il centrodestra in Campania candidava Luigi Cesaro, detto Giggino 'a Purpetta, ex autista del fondatore della nuova camorra organizzato Raffaele Cutolo, e il Pd in Sicilia candidava gli uomini di Cuffaro e Lombardo, tutta l'attenzione mediatica era per Dessì. Diversamente da molti candidati dei partiti, Dessì è incensurato, non è indagato e vive in una casa popolare che gli è stata regolarmente assegnata, come ha confermato lo stesso Comune di Frascati. Oggi ho parlato con lui e in seguito ai tanti attacchi ricevuti ha deciso di fare un passo indietro per tutelare la sua persona e il MoVimento 5 Stelle, impegnandosi a rinunciare alla candidatura e in ogni caso all'elezione alla carica di senatore. Ora mi aspetto che i veri impresentabili, quelli che riempiono le liste dei partiti, facciano lo stesso. Il MoVimento 5 Stelle ha candidato persone super competenti, persone che hanno testa e cuore, una squadra di cui sono fiero e insieme alla quale cambieremo il Paese".

"Dica in base a quale norma pensa di ritirarsi, perché le leggi non lo prevedono", attacca però Michele Anzaldi (Partito democratico), "Alle dimissioni dopo essere entrato in Senato non crede nessuno: Dessì sarà senatore grazie al seggio blindato M5S". "Di Maio ci risparmi le litanie sull'onestà", aggiunge Emanuele Fiano (Pd), "Era il minimo dopo che erano stati scoperti. Non dicano magari che era uno dei tanti, viste le foto e la lunga frequentazione avuta. Amico degli Spada e non solo. Altro che strumentalizzazioni.

Facevano finta di non sapere. Rinuncia non è onestà ma dimostrazione che avevano provato a fare i furbi. Solo un atto tardivo quanto doveroso, visto che il problema era in casa loro. Meno balle a Londra caro Di Maio e più verità a Roma".

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