M5s prova a disinnescare la bomba Lega sul governo

Salvini sonda una nuova maggioranza sul no al global compact. Di Maio frena: «Non è vincolante»

L uigi Di Maio getta acqua sul fuoco della polemica sul modo di recepire qui da noi il documento Onu sulla regolamentazione dei flussi migratori, noto semplicemente come Global compact. La questione è scoppiata quando il capogruppo della Lega in Commissioni Esteri della Camera, Paolo Formentini, ha bocciato il documento perché «uno Stato sovrano non deve delegare altri organi non elettivi su una questione come le proprie frontiere». Salvini, quindi, ha avuto buon gioco di dire che la Lega sconfessa quanto già accettato prima da Gentiloni. E la marcia indietro riguarda anche la Conferenza in programma a Marrakech il 10 e l'11 di dicembre, dove l'Italia non sarà rappresentata. Sarà il nostro Parlamento - dice il vicepremier leghista - a giudicare la Carta Onu. Salvini, insomma, vuole verificare che tipo di maggioranza si possa coagulare intorno a questo tema, sapendo benissimo che buona parte dei Cinque Stelle non sono disposti a tornare sui loro passi, visto che gran parte delle indicazioni espresse dal documento del Global compact era già nel loro programma elettorale. A frenare l'entusiasmo dei leghisti ci pensa però Giorgia Meloni, da un lato indispettita che la discussione della mozione presentata da Fratelli d'Italia sia stata calendarizzata per il 22 dicembre, dall'altro perché teme che proprio sul Global compact si possa ricompattare un gruppo - quello dei Cinque Stelle - il cui peso politico è dominante dal punto di vista numerico. LeU e Pd hanno già annunciato il voto favorevole al Global Compact. E questo potrebbe determinare una nuova maggioranza. Oppure, come pensa lo stesso Salvini, spaccare il Movimento per indebolirlo e arrivare alle Europee con una maggioranza ancor più traballante e con un consenso popolare sempre più spostato a destra. Fonti Lega confermano che la calendarizzazione così ritardata assolve la funzione di spegnere una miccia altrimenti pericolosa. Mentre Di Maio sottolinea intanto un aspetto decisivo dello stesso documento dell'Onu. «Non soltanto non è vincolante - spiega -, ma può essere votato anche in un momento successivo rispetto alla Conferenza di Marrakech».

Insomma l'intento di Di Maio è di disinnescare la bomba lanciata da Salvini togliendo importanza al Global compact e sapendo che un muro contro muro potrebbe portare alla nascita di una nuova maggioranza con pezzi grillini e un centrodestra ricompattato sotto la bandiera del sovranismo.

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