Stavolta sono i portaborse: a far discutere la base dei Cinque Stelle è la questione degli assistenti degli eurodeputati grillini. Alcuni dei quali sarebbero "colpevoli", secondo i militanti, di avere in passato lavorato con altri partiti. Ogni cittadino stellato eletto al Parlamento di Strasburgo ha la possibilità di scegliere un portaborse che lo assista nel suo lavoro quotidiano, come accade del resto per tutti gli altri partiti. Una figura, quella dell'assistente parlamentare, che era spesso stata nel mirino delle critiche grilline, in Europa ma anche in Italia, come particolarmente esposta a favori e nepotismi di ogni sorta. Proprio il contrario della filosofia della trasparenza sbandierata dal Movimento ad ogni piè sospinto.
Ora però nella bufera finiscono le scelte di alcuni eurodeputati proprio del M5S: uno è il veronese Marco Zullo, che come portaborse ha scelto Alessandro Corazza, ex capogruppo dell'Italia dei Valori in Friuli Venezia Giulia. Un passato che ha suscitato più di un malumore tra gli attivisti che più hanno a cuore la "purezza ideologica del Movimento".
Zullo non ha lasciato le critiche senza risposte e due giorni fa ha postato sul proprio sito personale un video di dieci minuti in cui, "se serve", si dice pronto a replicare alle richieste di chiarimenti: "Quando parliamo di personale tecnico, la scelta non è stata ampiamente condivisa e pubblicizzata, perché rientra nella normale amministrazione - si giustifica l'eurodeputato - di dotarsi di strumenti tecnici per operare al meglio".
"Per me la condivisione non è chiedere il permesso se devo andare a Bruxelles in aereo piuttosto che in treno, o se prenotare una stanza di albergo piuttosto che un'altra - taglia corto Zullo - ma trasparenza sulle linee politiche del Movimento." E quanto a Corazza, c'è poco da discutere: "Ho cercato persone con un curriculum tecnico specifico"
Ma quello di Zullo non sarebbe l'unico caso: anche Laura Ferrara (pure lei eletta a Strasburgo) ha ricevuto contestazioni dopo aver comunicato i nomi dei suoi probabili assistenti in Europa. Come per Zullo, nel mirino delle proteste della Rete c'è il passato politico di alcuni degli assistenti indicati: un passato che comprendeva collaborazioni con esponenti democratici e centristi.
La Ferrara però aveva risposto rivendicato il suo diritto ad "assumere un ulteriore collaboratore accreditato" e specificando che l'iscrizione o il sostegno "riconosciuto" al Movimento avrebbero rappresentato un requisito preferenziale.
Ora, spiega Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera, le polemiche sono state in parte sopite dai regolamenti introdotti da Grillo e Casaleggio, che "hanno di fatto già blindato i nominativi selezionati".
Nel frattempo, però, sono in molti, all'interno del Movimento, a non avere digerito i criteri di nomina degli assistenti: "La trasparenza questa sconosciuta! Vergognati", si legge sui siti personali degli europarlamentari stellati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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