Sei mesi fa con il 60% al ballottaggio, Paolo Pace sconfiggeva il Pd in una delle sue roccaforti storiche romane: l'VIII municipio della "rossa" Garbatella, ma anche casa di Giorgia Meloni. Nell'estate 2016 il cielo sopra il municipio - per superficie e numero abitanti pari alla città di Bergamo e di molte altre città italiane - era sereno e pentastellato, nulla avrebbe fatto presagire l'arrivo della tempesta perfetta dei mesi successivi, culminata con le dimissioni della presidenza.
I problemi sorgono con lo scontro sui progetti urbanistici e, in particolare, sulla riqualificazione degli ex Mercati Generali a Ostiense, vicenda che ha segnato definitivamente la fine dell'unità della maggioranza M5S in Municipio.
Le dinamiche innescatesi nel parlamentino di via Benedetto Croce assomigliano alle tipiche lotte partitiche tra
correnti, con accuse reciproche di tradimento dei valori fondativi del Movimento. Da una parte la giunta, dall'altra la maggioranza in consiglio municipale - spaccata anche essa tra fedeli alla sindaca e "ortodossi" vicini alla Lombardi- in un susseguirsi di "tentativi di sabotaggio" dell'azione della giunta, addirittura " veri e propri blitz negli uffici amministrativi" da parte di consiglieri municipali, che hanno portato lo scorso 17 marzo il presidente Pace a protocollare le dimissioni.
Nelle intenzioni del presidente quel passo indietro avrebbe potuto servire a stemperare il clima rovente e a tentare una mediazione con il Campidoglio per scongiurare le dimissioni, perché la crisi politica non è derubricabile a un fatto municipale circoscritto, ma nasconde un problema di metodo che potrebbe creare un effetto domino in altri municipi romani: "rispetto all'VIII, in altri municipi sono stati più intelligenti a tenere nascosti i problemi - le parole del presidente Pace contattato telefonicamente stamattina - ma il rischio emulazione c'è e fossi stato nella Raggi avrei evitato di far cadere il municipio VIII".
La vicenda sembra non aver interessato più di tanto la Sindaca, dato che secondo la versione di Pace nei 20 giorni disponibili per ritirare le dimissioni, nessuno si è mai fatto vivo dal Campidoglio per un chiarimento, se non due consiglieri comunali la sera del 4 aprile, vigilia del termine ultimo per le dimissioni, "ma non hanno fatto nessun tipo di proposta, mi hanno chiesto solo informazioni".
Le strade di Pace e M5S a questo punto potrebbero dividersi: "Sono deluso umanamente, ma soprattutto politicamente, e se non si cambierà il metodo nel selezionare i candidati portavoce il cambiamento prospettato dal M5S non potrà mai avvenire".
Ora la palla passa alla
Raggi, che si occuperà dell'ordinaria amministrazione del municipio in attesa del Commissariamento e nuove elezioni. Di sicuro, il cielo sopra Garbatella non è più così sereno e le nubi aleggiano anche sopra il Campidoglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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