Il M5S si convince: "No alle nozze tra Anas e Fs"

Il vicepremier pentastellato: «Un'operazione che bisogna fermare». Toninelli si adegua

Il M5S si convince: "No alle nozze tra Anas e Fs"

Roma - Dopo la Lega - da sempre contraria al matrimonio tra Anas e Fs - anche il M5S si convince a bloccare la fusione tra i due colossi pubblici della mobilità. La fusione decisa l'anno scorso «è un'operazione sbagliata che bisogna fermare», ha detto ieri il vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio. D'accordo il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli. La fusione «è certamente sbagliata, perché è stata fatta senza capire perché. Quindi è certamente sbagliata».

Nei giorni scorsi era stato lo stesso Toninelli a frenare sull'idea leghista di unire i due gruppi. Ne aveva parlato esplicitamente il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri. Il matrimonio tra le ferrovie e le strade «non s'ha da fare». Anche perché Ferrovie dovrebbe «caricarsi di una serie di costi derivanti da Anas, con il rischio, tra l'altro di accollarsi tutto il contenzioso che pende sul bilancio di Anas».

Toninelli aveva detto che non sono state prese decisioni. Anche ieri il ministro pentastellato non ha risposto alle domande specifiche fatte dai giornalisti. Ma l'uscita di Di Maio sembra un' accelerazione verso lo stop.

La decisione i fondere i due gruppi l'aveva presa il precedente governo ed è diventata esecutiva dal gennaio scorso. Ieri sono arrivate critiche alle parole degli esponenti M5S. «I ministri Salvini e Di Maio sono contro la fusione tra Fs e Anas per una mera questione di poltrone. Per spartirsi qualche presidenza in più vogliono fermare la nascita di un grande polo delle infrastrutture e dell'intermodalità ferro/gomma», è l'accusa mossa dal capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati ed ex ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio.

Della partita fa infatti parte anche la scelta del vertice, a partire dalla poltrona di amministratore delegato di Fs oggi occupata da Renato Mazzoncini.

La partita delle nomine è ancora in corso. Potrebbero arrivare delle novità già al consiglio dei ministri di venerdì. Tra le indiscrezioni di ieri, quella del quotidiano Il Messaggero sui vertici dell'Istat. La Lega Nord vorrebbe alla guida Gian Paolo Blangiardo, professore di demografia alla Bicocca che nei mesi scorsi aveva spiegato perché lo Ius soli proposto dalla sinistra non era né una soluzione né un passo avanti. La procedura per scegliere il vertice dell'Istituto di statistica è complessa, simile a un bando di gara ed è regolata da norme europee.

Ancora aperta la

scelta della Rai per la quale si devono scegliere i due componenti del Cda di nomina governativa, quindi il presidente e l'amministratore delegato. Per la nomina serve la maggioranza qualificata della Commissione di vigilanza.

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