Il Movimento 5 Stelle diserta in massa il Senato, lasciando vuoti i propri scranni di Palazzo Madama in occasione dell'informativa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiamato a riferire per conto del governo sul caso Russiagate, i presunti finanziamenti russi alla Lega. Qualche dissidente, però, nel M5s c'è stato.
Come Mattia Crucioli, che si è dissociato dall'iniziativa, sedendo al proprio posto in Aula: "Oggi, pochi istanti prima dell'intervento del premier in Senato, con un messaggio non firmato ci è stato chiesto di abbandonare l'aula. Dissociandomi dall'iniziativa, che non mi appartiene nel metodo e nel contenuto, sono restato al mio posto insieme a molti miei colleghi. Credo che, anche per il bene del Movimento 5 Stelle, sia giunto il momento di valutare attentamente le decisioni unilaterali del cao e della comunicazione che lo consiglia".
E a Crucioli ha fatto eco un altro collega, che sotto anonimato si è così confidato e sfogato all'Adnkronos: "Secondo me abbiamo fatto una cazzata". E così quello che doveva essere un gesto forte pensato dai vertici del gruppo parlamentare grillino per rimarcare il dissenso verso la decisione del leader della Lega Matteo Salvini di non presentarsi al Senato, si è rivelato essere un clamoroso autogol. L'ennesimo.
"Ribadiamo il nostro rispetto per il presidente Conte, ma oggi non era lui a doversi presentare nell'Aula del Senato per rispondere all'informativa sul caso Russia-Lega", si legge in una nota ufficiale del Movimento. Ma la scelta di abbandonare gli scranni dell'emiciclo non è stata apprezzata da tutti i membri del gruppo pentastellato a Palazzo. E, infatti, abbondano copiosi i rimorsi per il modo in cui il passaggio è stato gestito e per come l'azione è stata percepita all'esterno, ovvero come la dimostrazione plastica di una maggioranza spaccata e di un presidente lasciato solo in Aula a riferire su un caso spinoso davanti alla Lega e alle opposizioni.
"Se si poteva fare meglio? Forse dovevamo uscire tutti. E infatti io sono uscito subito…", dice Gianluigi Paragone, mentre il capogruppo M5s in Senato Stefano Patuanelli, che dopo l'informativa ha ricevuto una "lavata di capo "da Conte, prova a smorzare: "Ma no, quale sfuriata...
ad ogni modo le scelte politiche che per mio tramite il Movimento prende in quest'Aula debbono essere concordate con il nostro capo politico, Luigi Di Maio. E lo dico con tutto il rispetto e la stima che ho, ci mancherebbe, per il presidente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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