Leggere sempre i giornali e, per chi ha il gusto di pre-vedere le grandi questioni nazionali, mai trascurare le «piccole» cronache locali. La notizia è di qualche giorno fa. Siamo nelle Marche, a Fabriano, città dei fabbri, dei papi, della carta e dei Merloni. Da un anno e mezzo sindaco è un grillino quarantenne, Gabriele Santarelli. Il 15 gennaio un consigliere comunale di opposizione ha depositato un'interpellanza sollecitando il sindaco a chiarire il destino di certi uffici pubblici. Il sindaco ha risposto, ma su Facebook. La mattina seguente il presidente del Consiglio comunale ha annunciato che l'interpellanza non sarebbe stata calendarizzata né discussa perché «le informazioni chieste sono già state comunicate dal sindaco pubblicamente». Fate un respiro profondo, prendetevi qualche minuto per riflettere. Se la notizia non vi fa inorridire significa che è tutto finito: Politica, Stato e Istituzioni sono parole ormai prive di senso, perché lo spirito dei tempi è evidentemente coerente con lo spirito grillino. Se siete invece inorriditi significa che c'è speranza, che permangono alcuni punti fermi essenziali: che la politica sia una cosa seria e imprescindibile, che abbia a che fare con la forza, certo, ma prima di tutto con la ponderazione e con la mediazione, che il pluralismo sia una ricchezza, che l'esperienza sia essenziale e che un'aula parlamentare non sia paragonabile a una tribuna social. Ne discende che la democrazia diretta o, peggio, la democrazia istantanea, è una follia che condannerebbe i governi alla superficialità e all'emotività. Ne risulterebbe una politica ancor più autoreferenziale, incapace di guardare al futuro e, grazie al referendum propositivo caro ai grillini, dominata dalle lobby, che con poca spesa e un sapiente uso dei social potrebbero facilmente trasformare i loro interessi particolari in «volontà popolare». Un complottista direbbe che si realizza così il disegno delle élite globali teso a disarticolare gli Stati e a fiaccare la politica per trasformare i popoli in un'unica massa di docili consumatori.
Non c'è bisogno di credere che esista una regia per pre-vedere le conseguenze della sistematica delegittimazione delle istituzioni operata dai grillini. È tutto chiaro. Resta solo un mistero: come può la Lega di Salvini, che pure invoca «lo Stato» e teorizza il primato della politica, assecondare un simile progetto?Andrea Cangini
*senatore di Forza Italia
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