Politica estera

Macché libertà è solo inciviltà

Ci sono libertà che si possono anche non esercitare, a esempio quando coincidono con un gesto incivile

Macché libertà è solo inciviltà

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Ci sono libertà che si possono anche non esercitare, a esempio quando coincidono con un gesto incivile. A Stoccolma, in Svezia, un attivista ieri ha bruciato un Corano davanti a una moschea. Un tribunale ha stabilito che si può fare, e va bene, questo non si discute. Ma si deve anche fare? Crediamo di no. Si può rinunciare a questa opportunità (chiamiamola così) per una serie di buoni motivi. Bruciare un libro, anche non sacro, è una azione che evoca pessimi ricordi. La storia dell'inciviltà è costellata di simili roghi, accesi non solo dai nazisti. Dare fuoco al Corano non è lo sberleffo della satira, che fa riflettere a patto che si possa scherzare su tutto, altrimenti più che satira è propaganda. Dare fuoco al Corano è un gesto inutilmente provocatorio. Un'offesa gratuita che sembra fatta apposta per aizzare gli animi e arrivare a uno scontro (e sappiamo che nel passato recente musulmani fanatici, a torto, non si sono fatti pregare per menare le mani, anzi). Come accennato, il rogo è stato autorizzato dalla Corte d'Appello secondo la quale non si può vietare un atto simile, come aveva fatto la polizia, per paura della probabile rappresaglia e di problemi d'ordine pubblico. A gennaio, era già andata in fumo una copia del Corano davanti all'ambasciata turca. C'era stata una vibrante protesta nella quale la fede si mescolava alla politica, essendo la Svezia uno Stato candidato all'ingresso nella Nato ed essendo la Turchia uno Stato della Nato poco propenso a far entrare Stoccolma nell'alleanza. Ma lasciamo da parte la Nato. Proviamo a immaginare cosa accadrebbe se un imam desse fuoco a una Bibbia davanti al Duomo di Milano. Ci indigneremmo, certamente. Anche se in misura minore rispetto alla comunità islamica. Noi siamo più tiepidi nei confronti della fede ormai da tempo. A questo proposito, c'è un'altra osservazione suscitata dall'increscioso fatto di cronaca svedese. Se guardiamo la vicenda da un punto di vista più generale, possiamo farci un'idea di cosa sia una società ormai secolarizzata nella quale è quasi doveroso, per sembrare «intelligenti», disprezzare la religione e violare i simboli sacri. Nessuno brucia il Vangelo perché ormai pochi si sentirebbero realmente offesi da una simile iniziativa. Il messaggio di Cristo è identificato con le nostre «radici» ma le Chiese vuote dimostrano che l'adesione al cristianesimo è un fatto di cultura e non di fede. Non crediamo in nulla e aspettiamo di essere inghiottiti dal nulla. Nel frattempo, come cantava un geniale Giorgio Gaber: «Sono assai cambiato sono così spregiudicato, sono infedele, sono matto, posso far tutto.

Si può, siamo liberi come l'aria, si può, siamo noi che facciam la storia, si può, libertà, libertà, libertà, libertà obbligatoria». Ma come, con tutte le libertà che avete, volete pure quella di credere in Dio?

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