Cronaca internazionale

Tra le macerie pure Atsu. Segnò il suo ultimo gol a poche ore dal sisma

I morti sono 46mila. Ad Antiochia tre estratti vivi a 13 giorni dal terremoto: il bimbo muore

Tra le macerie pure Atsu. Segnò il suo ultimo gol a poche ore dal sisma

Cresce tragicamente il numero delle vittime del terremoto di magnitudo 7,8 che due settimane fa ha colpito Turchia e Siria: agli oltre 46mila morti, si sommano 80mila feriti e circa 90mila edifici danneggiati, senza contare i 264mila completamente distrutti. Delle tre persone estrarre vive ieri dopo 13 giorni nel sud del paese non ce l'ha fatta, per la grave disidratazione, il bambino recuperato dai soccorritori kirghizi ad Antiochia. É stato inoltre trovato senza vita nel condominio in cui viveva ad Antiochia, Christian Atsu, calciatore ghanese già in forza a Chelsea, Everton e Newcastle.

Il 31enne giocava nella squadra locale dell'Hatayspor e, per una sfortunata coincidenza, aveva annullato la partenza per la Francia dove avrebbe dovuto raggiungere la sua famiglia: era infatti reduce da una stagione deludente, con appena tre presenze, per questa ragione aveva programmato qualche giorno di relax. Ma un gol segnato in extremis in casa sul Kasimpasa, con un calcio di punizione al 97mo minuto, lo aveva convinto a rimandare il viaggio e restare in Turchia.

Atsu, che nella nazionale ghanese fu finalista di Coppa d'Africa nel 2015, nel 2013 era stato acquistato dal Chelsea ma non vi giocò mai perché subito girato a Vitesse, Everton, Bournemouth e Malaga, prima di approdare al Newcastle. Poi in Arabia Saudita con l'Al Raed e la scorsa estate all'Hatayspor. Tra i messaggi di cordoglio anche quello di Antonio Conte, attuale allenatore del Tottenham che lo aveva conosciuto ai tempi del Chelsea: «Ho avuto la possibilità di incontrarti e di lavorare con te. Questo tremendo terremoto ha portato via una persona bellissima... riposa in pace Atsu».

Disperso anche il direttore sportivo del club, Taner Savut. È stato l'agente del giocatore, Nana Sechere, a confermare il ritrovamento del cadavere nella residenza Ronesans, una lussuosa torre di 12 piani crollata in cui sono rimaste intrappolate 800 persone. La polizia turca ha arrestato l'appaltatore dell'edificio all'aeroporto di Istanbul, la scorsa settimana, mentre sembrava voler fuggire in Montenegro.

Oggi intanto dovrebbero concludersi ufficialmente le operazioni di ricerca, come ammesso dalla presidenza turca per la gestione dei disastri e delle emergenze: vi hanno partecipato 11mila unità internazionali di ricerca e soccorso provenienti da 80 paesi che hanno aiutato l'evacuazione di 430.000 persone, mentre 300mila persone hanno trovato riparo in pensioni, hotel e altre strutture ricettive. Dal giorno del sisma inoltre sono nati poco più di 6mila bambini, ha annunciato il ministro della salute turco Fahrettin Koca, aggiungendo che «ogni bambino che nasce è una speranza».

Ma peggiorano le condizioni in cui si trovano le famiglie di feriti e sfollati, che hanno portato a una rapida diffusione di malattie, come moltissime tracheiti: il numero degli sfollati si somma a quel milione di persone che vive in accampamenti di tende e secondo l'Oms la mancanza di cure mediche adeguate potrebbe provocare un numero maggiore di vittime.

Non solo morti e feriti, ma il sisma può essere anche occasione di distensione tra due players particolarmente strategici e contrapposti su tanti dossier: lo ha detto il viceministro degli Esteri greco Miltiadis Varvitsiotis secondo cui «la ricezione degli aiuti greci e della bandiera greca da parte della società turca apre una finestra di opportunità per ridurre la tensione nei rapporti tra i due paesi».

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